Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni «congela» il dossier Rai e rinvia tutto al rientro dalla pausa estiva. Il centrodestra non trova l'incastro sull'elezione del nuovo Cda della tv di Stato e sulla scelta dell'amministratore delegato. L'atteso vertice tra Salvini, Meloni e Tajani, inizialmente fissato per ieri, slitta con ogni probabilità alla giornata di domani quando alle ore 11 è in programma la seduta del Consiglio dei ministri. «Si tratterà fanno sapere fonti di maggioranza di un semplice chiarimento politico all'indomani degli screzi post voto alle Europee». Anche se nel centrodestra c'era chi scommetteva nell'intesa in extremis sui nuovi vertici Rai. Scommessa persa: la capigruppo del Senato fissa il voto per il Cda Rai il 12 settembre prossimo.
Il capo del governo, dopo la missione in Cina e la visita lampo in Francia per i giochi olimpici, da ieri è al lavoro a Palazzo Chigi. Il premier ha sondato il terreno con gli alleati, decidendo alla fine di non forzare. Il vicepremier Matteo Salvini, in mattinata, aveva subito chiuso all'ipotesi di un'accelerazione sulla Rai: «Il vertice sulla Rai? Non so nulla. Magari verrà fissato a breve. Sui giornali si leggono tante robe, magari verrà fissato a breve». Per ora, Meloni, accogliendo la richiesta di Salvini e Tajani, ha deciso di rinunciare al blitz sulla Rai. La leader di Fdi tiene congelata anche l'altra questione: la scelta di fissare l'election day in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna. D'altronde a indicare l'esito prevedibile di uno slittamento nella trattativa sul rinnovo dei vertici Rai è il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri: «I tempi sono stretti per le nomine Rai. Più si avvicina Ferragosto, più diventa complicato. È un processo decisionale che investe le Aule e la Vigilanza. Ed è bene che almeno nelle procedure si cerchi un'intesa anche con l'opposizione». Per ora c'è solo una bozza d'intesa: Giampaolo Rossi (Fdi) per la poltrona di ad, Simona Agnes (Fi) per la presidenza. La Lega punta a strappare l'incarico di direttore generale. Si fanno i nomi di Marco Cunsolo o Maurizio Fattaccio. Il vero snodo è l'accordo con l'opposizione. Le nomine devono passare al vaglio della commissione di Vigilanza che deve approvarle con i 2/3 dei componenti. Servono 28 voti. Il centrodestra parte da 24 voti e stavolta ha difficoltà a trovare varchi nelle opposizioni. Con Italia Viva ormai consegnata tra le braccia del Pd. Serve dunque una doppia intesa. La prima, tra Fdi, Lega e Fi sui ruoli vertici e le direzioni. E poi con il Pd per superare lo scoglio del voto in Vigilanza. Nella partita Rai si inseriscono altre due partite: l'election day per le regionali (Liguria, Umbria ed Emilia Romagna) e la nomina del commissario Ue. Un pacchetto che va chiuso entro settembre. La Liguria ha fissato la data del voto per novembre. Però il governo, d'intesa con la Regione, potrebbe decidere di far svolgere le elezioni in altra data. Si vorrebbe evitare l'election day. Sulla Liguria pesa anche il nodo candidatura.
Oggi l'ex governatore Giovanni Toti sarà a Roma per un giro di incontri. Il più atteso è con Matteo Salvini. L'obiettivo, a quanto pare, è tentare un ultimo pressing su Edoardo Rixi affinché accetti la candidatura per la guida del centrodestra alle regionali in Liguria.
Resta un ultimo capitolo da chiudere entro questo mese: l'indicazione del commissario Ue. Il nome più accreditato è quello di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Ue. Potrebbe però esserci il tema quota rosa. La riserva di lusso si chiama Letizia Moratti.
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