Nessuna crisi di governo all'orizzonte, ma il Movimento CinqueStelle non è favorevole ad incrementare i fondi pubblici da destinare alla difesa, spiega Giuseppe Conte durante l'intervista concessa a "Mezz'ora in più".
Quello delle spese militari, precisa l'ex premier, "è un tema nuovo: mi faccia parlare con il premier Draghi e con le altre forze politiche, credo che ci sarà una prospettiva di buon senso che potremo condividere". Dopotutto, ribadisce Conte, non si tratta di un punto cardine dell'esecutivo, nato con ben altri obiettivi. "Sto ponendo un tema politico che non c'era quando il governo è nato, ci deve essere l'accordo del M5S. Nessun equilibrismo, è una scelta chiara e netta". I primi problemi da affrontare devono essere quelli relativi alla pesante crisi economica in atto, diretta conseguenza delle scelte fatte in tempi di Covid e ora anche al duro contraccolpo delle sanzioni imposte alla Russia. "Questo governo è nato su un patto fondativo per contrastare l'emergenza economica e sociale ed ora anche energetica e per il Pnrr", dichiara Conte all'Annunziata. "Se oggi alcune forze di governo volessero spingere per aggiungere a questo patto una corsa verso gli investimenti militari, questo è un elemento nuovo e su questo il governo ci deve ascoltare", aggiunge. "Se il governo forza e non ci ascolta, è il governo che forza e non ascolta la forza di maggioranza relativa".
Ma cosa accadrebbe, incalza la conduttrice, se l'esecutivo decidesse comunque di forzare la mano e andare fino in fondo per quanto concerne l'incremento delle spese militari? C'è la possibilità di arrivare addirittura a una crisi? Non si tratta di una soluzione a cui il partito "giallo" starebbe pensando, precisa l'attuale leader del Movimento. Ciò nonostante,"siamo la forza di maggioranza relativa", riconosce l'ex presidente del Consiglio, "e se si tratta adesso di discutere un nuovo indirizzo, che non era nel patto fondativo di questo governo, faremo valere la nostra presenza e la forza delle nostre ragioni". Se l'esecutivo presieduto dall'ex governatore della Banca centrale europea non dovesse ascoltare il M5S, allora in quel caso lo stesso governo dovrebbe "assumersi la responsabilità di ridurre in fibrillazione la maggioranza". "Perché dobbiamo parlare di crisi di governo in un momento tanto delicato?", domanda l'ex premier.
La situazione è ben diversa da quella di qualche anno fa, e ciò presuppone una profonda riflessione sui patti siglati con l'Alleanza atlantica."Io non ho mai messo in dubbio che gli accordi presi con la Nato nel 2014 siano da rispettare", spiega Conte,"ma la tempistica ipotizzata otto anni fa non può essere un dogma indiscutibile. Soprattutto, i nostri alleati conoscono la sofferenza dell'Italia dopo due anni di pandemia, le difficoltà maggiori rispetto ad altri Paesi. Noi possiamo su questo punto avere una curva che non ci porti a distrarre da spese necessarie per i cittadini", puntualizza ancora l'ex premier. Una scelta del genere non significa esprimere contrarietà all'ammodernamento tecnologico della difesa, ma ciò non può condurre a scelte istintive. "Vanno fatti degli investimenti sulla cybersecutiry", prosegue il leader del M5S, "ma qui stiamo parlando di fondi straordinari, non possiamo distrarre dalle spese fondamentali per i cittadini".
Conte insiste sulla necessità, per il nostro Paese, di arrivare a una mediazione. "Per l'Italia c'è spazio per recitare in ruolo importante. Bene che Draghi possa sentire Putin nei prossimi giorni, come ha detto.
Quando c'è un conflitto del genere bisogna mantenere la massima concentrazione per la de-escalation, perchè tutti gli interventi, pur nella ferma condanna, siano orientati verso la soluzione politica che deve restare l'obiettivo dell'Italia. Qualsiasi iniziativa al di fuori di questa prospettiva", dichiara in conclusione l'ex presidente del Consiglio, "contrasta con il nostro interesse nazionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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