Resa dei conti interna e stop a sconti al leader della Lega. Se la prima ipotesi potrebbe esser comprensibile, la seconda segnerebbe un ulteriore errore da parte dei grillini. Secondo un’analisi dei flussi elettorali da marzo a domenica, in Abruzzo, il responsabile della disfatta grillina non avrebbe il nome di Matteo. Tecnè, l’Istituo sondaggistico, ne è convinto. La Lega riesce a confermare l’80% del voto che a Marzo gli conferì il 14.1% perdendo, di questo, solo l’1% verso i Cinque Stelle ed il Pd, il 6% verso Forza Italia od altre formazioni di centrodestra, solo il 12% ha deciso, puramente e semplicemente, di astenersi ma contemporaneamente ha raddoppiato il consenso.
Caso completamente inverso per il movimento Casaleggio e Co. Per tecnè il maggior nemico elettorale dei grillini non sarebbe il ministro all’Interno. Del quasi il 40% del mese di Marzo, quasi la metà ha deciso di “andare in montagna” anziché rinnovare la rabbia verso la politica ridando fiducia al partito di Di Maio. Come dire: il 44% si è sentito tradito anche dai Cinque Stelle scegliendo nuovamente l’astensionismo. Solo il 33%, del 39.6% del 4 Marzo, ha confermato la fiducia così come solo il 9% ha cambiato voto indirizzandosi verso la Lega, contro un 12% verso il Pd ed altri di sinistra e solo un 2 approdato in Forza Italia.
Da questa analisi del voto, con le differenze nella scelta di coloro che 11 mesi fa dettero fiducia agli amici di Casaleggio, il maggior nemico di Di Maio/Fico/Di Battista è rappresentato proprio dalla loro condotta e dalle tante inversioni di rotta e non dalla supremazia leaderistica dell’uomo forte, e social, dell’esecutivo Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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