"Non siamo gli utili idioti: nessun patto coi pm. E rimaniamo garantisti anche con gli avversari"

La coordinatrice di Italia Viva che ha acceso i riflettori sul ruolo politico di Arianna Meloni: "Abbiamo fatto domande, risponda"

"Non siamo gli utili idioti: nessun patto coi pm. E rimaniamo garantisti anche con gli avversari"
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È stata lei, Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva, a dare il via col suo post contro Arianna Meloni alla ridda di voci culminate nel retroscena rivelato dal Giornale sull'agguato giudiziario che si preparerebbe contro la sorella della premier. La Paita aveva parlato di «parentocrazia» e di ruolo indebito di Meloni jr nelle nomine di Rai e Ferrovie.

Proprio lei, senatrice Paita. Una che nelle grinfie dei magistrati c'è rimasta da innocente per cinque anni...

«La ringrazio di avere citato la mia vicenda. Io sono garantista per fede e non solo per ciò che mi è accaduto. Quindi capisce che accusarmi di giustizialismo è paradossale. Io non sono mica come alcuni finti garantisti alla Matteo Rosso (oggi parlamentare Fdi) che all'epoca del mio processo chiese le mie dimissioni al pari di Beppe Grillo».

Cioè sarebbe un caso che a sollevare il tema del ruolo di Arianna Meloni siano nel giro di poche ore lei e la sua collega di partito Maria Elena Boschi

«Io credo che nella masseria pugliese ci sia una sindrome paranoica da accerchiamento. Le domande che abbiamo rivolto investono una questione squisitamente politica: è vero che Arianna Meloni è intervenuta nelle nomine? E se sì, a che titolo? È questo quello che fa l'opposizione: chiedere conto dell'operato del governo nella giusta sede, il Parlamento. Funziona così in una democrazia parlamentare. Non mi vorranno dire che l'opposizione dovrebbe tacere. Sarebbe roba da Venezuela. In seguito a queste domande abbiamo ricevuto una raffica di insulti dalle parlamentari meloniane definendoci - cito il più carino- una muta di cani. E tuttavia non ci faremo intimidire e chiederemo a Meloni di rispondere in aula.

E sarebbe anche un caso che queste sparate arrivino dopo che il suo grande capo Matteo Renzi ha deciso di arruolarsi armi e bagagli nel campo di Elly Schlein?

«Forse sfugge un dettaglio: siamo all'opposizione del governo Meloni da inizio legislatura. Mi occupo di infrastrutture da sempre: era un complotto anche quando ho sollevato il caso del treno di Lollobrigida? E sfugge anche che siamo l'unico partito coerentemente garantista. Vuole che le citi tutti i casi in cui ho dimostrato garantismo anche nei confronti di avversari che con me non lo sono stati? Le risparmio tempo. E ne cito uno solo per tutti: Giovanni Toti. Quanto al campo largo, è nella natura stessa delle coalizioni coltivare e valorizzare le differenze. Il centrodestra lo sa bene, basta guardare alle profonde differenze su esteri, giustizia, diritti.

Davvero non immaginava che i giornali in servizio permanente dell'opposizione ci sarebbero saltati sopra? Va a finire che ha ragione Sallusti che per scartare scenari peggiori vi inserisce nella categoria degli «utili idioti»?

«Stimo molto il direttore Sallusti e sono rimasta sorpresa dal suo teorema che non mi pare basato su notizie concrete a meno che non ci sia - e sarebbe grave - una fuga di notizie, la stampa è libera nei limiti della legge di scrivere ciò che ritiene, come lo ha fatto lui lo hanno fatto altri giornali. Ma sa quale è il punto. Che se mai arrivasse un avviso di garanzia, che non auspico in nessun modo, noi resteremmo garantisti con Arianna Meloni come con tutti gli altri. Lo siamo stati con Donzelli che chiedeva dimissioni per inchieste, attaccava la famiglia di Renzi e Boschi e minacciava di andare lui stesso in Procura. Quando i problemi giudiziari hanno investito la sua famiglia, dalla nostra bocca non è uscita una sola parola. È tutta qui la differenza fra noi e loro. E di certo non prendiamo lezioni da loro sul garantismo.

Quindi possiamo stare tranquilli? Non ci sarà nessun asse tra opposizione e magistratura per ribaltare anzitempo il governo?

«Matteo Renzi è stato sottoposto a un processo farsa, Open. Gli hanno indagato amici e familiari. Sostenere che ci sia una saldatura con certe frange della magistratura è surreale. Per cercare saldature con i giustizialisti guarderei piuttosto ai fratelli d italia e alla riforma della giustizia fantasma. E per veder cadere il governo, più che alle procure, guarderei ai litigi interni alla maggioranza. Dal conflitto sui diritti civili, al tema dei trasporti: sono pronta a scommettere che nelle prossime settimane assisteremo a uno scontro fra Fdi e i salviniani».

Il reato che verrebbe attribuito a Arianna Meloni è il traffico di influenze, un reato talmente vago da poter essere usato per ogni scopo, un po' come l'abuso d'ufficio, divenuto l'incubo di sindaci di ogni colore politico.

Avete governato per anni ma c'è voluto Carlo Nordio, guardasigili del centrodestra, per ridimensionare il traffico e abolire l'abuso. Siete almeno un po' pentiti?

«Le nostre posizioni sono da sempre garantiste. Non abbiamo nulla di cui pentirci: anzi, queste posizioni le abbiamo pagate a caro prezzo».

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