Il primo ministro inglese Rishi Sunak ha ricevuto ieri il primo, temuto rifiuto alla proposta di riforma del Protocollo sull'Irlanda del Nord presentata a fine febbraio e conosciuta come framework di Windsor, dal luogo in cui Sunak e la presidente della Commissione Ue von der Leyen hanno annunciato l'intesa fra Londra e Bruxelles. Il nuovo accordo prevede, tra le altre disposizioni, il cosiddetto Stormont brake, il freno di Stormont (dal nome dell'assemblea nordirlandese), che assicura ai parlamentari di Belfast la possibilità di bloccare l'applicazione di nuove leggi europee nel caso almeno 30 parlamentari di Stormont si oppongano. In questo caso la palla passerebbe al Comitato Congiunto Regno UnitoUe, che sovrintende l'applicazione del Protocollo e che sarebbe chiamato a trovare un compromesso.
Considerato sia da Londra sia da Bruxelles un meccanismo cui ricorrere solo per questioni di rilievo, lo Stormont brake è stato introdotto per risolvere uno dei principali problemi del Protocollo originario, cioè il deficit democratico insito in norme europee votate a Strasburgo e applicate poi nell'Ulster senza che i parlamentari nordirlandesi abbiano voce nel processo legislativo: uno dei principali motivi per cui il Dup il più importante partito unionista ha sin da subito contestato il Protocollo originario e ha deciso, dopo le elezioni dello scorso maggio, di ritirarsi sull'Aventino e di bloccare l'insediamento del nuovo Parlamento e del governo.
Dopo l'annuncio del framework di Windsor il governo inglese e la maggioranza conservatrice sperava di poter strappare l'appoggio del Dup e veder ripristinata la funzionalità del sistema parlamentare nordirlandese. Pur riconoscendo i progressi introdotti dal brake, ha annunciato ieri il leader del Dup Jeffrey Donaldson, il nuovo meccanismo non può essere applicato alle esistenti leggi Ue in vigore in Ulster e non sarà quindi votato dagli otto parlamentari unionisti che siedono nell'assemblea di Westminster. Il voto, che si terrà mercoledì, riguarderà solo lo Stormont brake e il risultato non sarà a rischio, dato che il Labour ha già annunciato il suo appoggio. Tuttavia la decisione del Dup espone il fianco di Sunak a una teoria di complicazioni che il primo ministro inglese pensava di essersi lasciato alle spalle a tre settimane dall'annuncio della nuova intesa con l'Ue. L'annunciato voto contrario unionista rischia di rinvigorire l'ala più anti europeista del partito conservatore, che non si è ancora espresso sul nuovo accordo. L'attuale governo si regge su una maggioranza di 66 parlamentari, una ribellione di oltre la metà costituirebbe un forte colpo alla sua credibilità. Inoltre fa naufragare le speranze di un ripristino di Assemblea e governo nordirlandesi per i quali è necessario che i due partiti con la maggioranza dei voti alle ultime elezioni (Dup e Sinn Fein) siedano assieme, un esito auspicato da oltre l'80% degli elettori.
Una situazione di stallo che potrebbe allontanare, infine, il viaggio già annunciato di Joe Biden a Belfast in aprile, per celebrare il 25° della firma degli Accordi del Venerdì Santo. Una ricorrenza che porta con sé acuite tensioni fra unionisti e repubblicani.
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