A Trento, di registrare i matrimoni gay il sindaco Pd Alessandro Andreatta nemmeno ne vuole sentir parlare. E fin qui non farebbe notizia, si tratta di una legittima scelta, peraltro non imposta - non ancora - da alcun vincolo legislativo. È però un fatto che un amministratore di centrosinistra che si schiera apertamente con il ministro Alfano contro la registrazione dei matrimoni omosessuali contratti all'estero di polemiche ne suscita eccome.
Nell'ufficio di Andreatta si sono presentati quattro uomini, due già sposati in Canada e due in procinto in farlo in Portogallo, "scortati" dal presidente di Arcigay Trentini Paolo Zanella. L'obiettivo era quello di convincere il primo cittadino a tornare sulle proprie decisioni: una missione che però è miseramente naufragata, nonostante l'appello del Pd cittadino, che si era rivolto al proprio sindaco invitandolo a riconoscere "i diritti di tutti".
Come spiega il quotidiano Il Trentino, Andreatta si è trincerato dietro il rispetto della legge, parlando di "atto illegale che si pone contro la legge" e rivendicando il diritto/dovere di "interpretare la sua comunità": "Mi chiedono un atto di coraggio? Senza efficacia quell'atto è una presa in giro. Sono il sindaco di tutta la città. Sento che c'è la disponibilità a ragionare nella direzione di riconoscere le unioni anche omosessuali. Io sono a favore di una legge così, sono pronto a scrivere al governo e al presidente Anci Piero Fassino."
Il caso di Torino
Un riferimento non casuale, quello al sindaco di Torino, che proprio oggi è oggetto di un articolo de La Stampa in cui si chiede il perché dei continui rinvii della trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero nei registri del comune taurinense. Una mozione in questo senso era stata depositata dai radicali ormai un mese fa, raccogliendo le sottoscrizioni di Pd, Sel e M5S. Sta di fatto che, però, il sindaco non dovrebbe farsi vedere nemmeno nel consiglio comunale convocato per oggi, provocando i malumori della stessa maggioranza.
In riferimento allo scontro sulle unioni gay in atto da giorni a Roma tra il sindaco Marino e il prefetto Pecoraro, il radicale Silvio Viale, primo sottoscrittore della mozione inoltrata a Fassino, chiosa: "Con quel che sta accadendo nella Capitale si tratta di decidere che cosa fare, e l’opinione del sindaco è decisiva. Sarebbe il caso di parlarne in sua presenza".
Nelle stesse ore, racconta Repubblica, un severo monito contro qualsiasi apertura alle unioni omosessuali è arrivato anche dal Cardinale Arcivescovo emerito di Torino, Severino Poletto, che esorta Fassino a "non andare dietro alla pazzia di certi sindaci".
Il caso è delicato, perché Fassino è presidente dell'Anci e una posizione rigida potrebbe costargli un duro scontro con il governo: un'eventualità che, in tempi di scontri durissimi interni al Pd, nessuno vorrebbe contemplare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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