
A cinque anni esatti dal primo caso di Covid in Italia, arriva la notizia che nessuno ha voglia di sentire: gli scienziati cinesi hanno isolato un nuovo coronavirus dei pipistrelli. Il virus rischierebbe di passare all'uomo perché utilizza lo stesso recettore umano del Covid-19.
A guidare lo studio la stessa virologa di Wuhan del 2020: Shi Zhengli, la «batwoman» esperta di pipistrelli. Stavolta la trasparenza nel comunicare informazioni è sembrata estremamente zelante. C'è quindi da augurarsi sia tale anche nel momento in cui ci sia una reale trasmissione uomo-uomo.
Il nuovo coronavirus proviene dal sottogenere del merbecovirus, che include il virus di sindrome respiratoria mediorientale (Mers). Sarebbe tuttavia meno pericoloso del Covid-19 e, dicono gli scienziati, il «rischio di insorgenza nelle popolazioni umane non dovrebbe essere esagerato». Per scrupolo scriviamo il nome del virus: Hku5, ma speriamo di non doverlo memorizzare.
Gli esperti italiani non sono preoccupati e tengono a sottolineare che al momento non esiste nessun pericolo, nemmeno lontano. «Non è detto che questo virus faccia il salto di specie, iniziando catene di trasmissione interumane tali da causare un evento epidemico» precisa l'epidemiologo Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Il lavoro dei cacciatori di microbi è comunque importante - precisa in un post su Facebook - per monitorare ciò che accade nel mondo animale e valutare poi il potenziale pandemico degli agenti microbici identificati». «È un'interessante ricerca - commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università Statale di Milano - I risultati evidenziano l'opportunità e la necessità di approfondire lo studio di virus che determinano zoonosi, quindi malattie in diverse specie animali. Tutto questo ad oggi non deve preoccupare la comunità e i cittadini, ma deve mettere in luce per le istituzioni a livello internazionale la necessità di un coordinamento, un monitoraggio per vigilare sull'eventuale diffusione di patogeni rischiosi sia nel mondo animale che in quello umano». «Sono dati da prendere con le molle - interviene l'epidemiologo Massimo Ciccozzi - Vogliono dimostrare la teoria evoluzionistica e togliere di mezzo quella di una fuga del Sars-CoV-2 da un loro laboratorio? Io so soltanto che i coronavirus nei pipistrelli ci sono. Se poi ne trovi uno che ha un recettore uguale del Covid-19 che ha infettato l'uomo, che vuole dire? Magari c'era anche prima. Non mi pare una grande novità». «Questo nuovo coronavirus potrebbe essere un problema se incontra un sistema immunitario come il nostro, completamente deficiente di anticorpi per intercettarlo - sottolinea Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova - Ora l'importante, come sempre, è dare notizie il prima possibile, quindi anche da parte dei colleghi cinesi che devono dirci tutto: soprattutto se ci sarà un primo caso umano. Se l'Occidente è informato possiamo attrezzarci prima e meglio - conclude l'infettivologo - con i sequenziamenti e con tutto quello che riguarda la produzione di farmaci e vaccini».
Più che dalla scoperta in sé, Bassetti sembra più preoccupato dalla natura «più politica che scientifica» del nuovo piano pandemico 2025. In caso di emergenza infatti, non si procederà più per Dcpm ministeriali per prendere le decisioni ma per leggi approvate in Parlamento.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.