L e crisi coniugali possono tirare fuori il peggio dalle persone. Si perde letteralmente la bussola, si viene fagocitati dalla rabbia, dalla volontà di vendetta, di prevaricazione, insensibili della sofferenza arrecata ai figli che si ritrovano al centro della lite.
A questo i giudici che si occupano dei conflitti familiari sono purtroppo avvezzi, ma solo pochi sono disposti ad assumere decisioni innovative e trovare, nelle pieghe della legge, soluzioni efficaci per tentare di stroncare le derive più pericolose. Quando si è obnubilati dall'odio spesso le parole contano fino ad un certo punto: persino le minacce, più o meno velate, di un magistrato non vengono percepite, finiscono nell'archivio personale con l'etichetta «irrilevante». Ordinanze che evocano elementi di inadeguatezza genitoriale, impulsività, immaturità, deficit comportamentali, limitazione della responsabilità genitoriale, nella testa della parte più irriducibile spesso suonano come un lontano bla bla bla.
Ma se toccano nel portafoglio? Alt, Allora cambia tutto. É quello che deve aver pensato il presidente della IV Sezione del Tribunale di Genova, Dott. Francesco Mazza Galanti che, di fronte ad un padre «dispettoso», ha elaborato una sorta di tariffario che sanziona economicamente ogni intemperanza fatta ai danni della figlia di otto anni, tratteggiata come molto più matura di questo papà genovese proiettato unicamente a muovere guerra alla madre della bambina. Non è rilevante la somma comminata, ma il valore simbolico di tale soluzione, solo all'apparenza banale. Come quando da bambini, combinata la marachella, temevamo più la punizione concreta e tangibile che la solita ramanzina.
Con gli adulti non è poi molto diverso e non c'è altro modo per farli rinsavire se non mettendo loro le mani nelle tasche: ad ogni dispetto scatta l'obolo. É un po', sempre per continuare nel gioco efficace dei paradigmi, come quando trovi gli automobilisti che, dopo aver percorso a velocità supersonica, ben oltre i limiti, un tratto di strada, li vedi tutti rallentare al cartello che annuncia un autovelox nei paraggi. A volte la multa, piccola o grande che sia, costituisce un deterrente tanto per i conduttori di autoveicoli quanto per i genitori che non capiscono il male che, con le loro intemperanze, compiono in danno dell'altro genitore e dei figli coinvolti.
Chissà mai che una sortita come quella del giudice
genovese si riveli un giorno più efficace di tante sentenze e principi troppo spesso astratti che certe parti particolarmente coriacee e coinvolte nemmeno temono più. A volte la genialità si annida nelle cose più semplici.
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