Il governo Meloni mette al sicuro il Decreto fiscale, provvedimento che nel passaggio al Senato è stato al centro di forti tensioni tra Lega e Forza Italia. Salta il taglio al canone Rai, proposto dal Carroccio mentre passa l'aumento dei fondi ai partiti. E da gennaio si valuta sulla rottamazione quinquies. «La rottamazione l'abbiamo già proposta nell'esame della legge di bilancio con un emendamento. Questa proposta di legge riprende il contenuto dell'emendamento. Abbiamo avuto un'interlocuzione col governo e ci è stato detto che per adesso il Mef vuole attendere l'esito del concordato preventivo che comunque è una misura che noi appoggiamo. A gennaio, quando avremo i dati del concordato, noi vogliamo rilanciare il tema della rottamazione» annuncia Riccardo Molinari, capogruppo della Lega a Montecitorio. Il decreto fiscale incassa il via libera, 191 si, con l'ok alla fiducia. Ora tutta la partita economica si sposta sulla Manovra, il cui iter è alla fase iniziale a Montecitorio.
Il corposo decreto fiscale introduce alcune importanti. Grazie a un emendamento della Lega sarà rinviato il pagamento delle imposte sui redditi per le partite Iva individuali fino a 170mila euro di ricavi o compensi: la scadenza del 2 dicembre (il 30 novembre cade di sabato) viene rinviata al prossimo 16 gennaio, pagando in un'unica soluzione e rateizzando l'importo in cinque tranche in scadenza il 16 di ogni mese fino al 16 maggio.
Buone notizie per le forze dell'ordine: il fondo per gli straordinari viene incrementato di 100 milioni di euro. Il decreto prevede il ri-finanziamento dell'Ape sociale, il meccanismo per l'anticipo della pensione, con un aumento del fondo di 20milioni di euro. Soldi per i partiti con una parziale modifica del contributo del 2 per mille. È passata la versione originale della proposta di modifica presentata dall'opposizione che aumenta solo per il 2024 di tre milioni il tetto stabilito per legge (25,1 milioni di euro) delle risorse che provengono dalla destinazione volontaria del due per mille dell'Irpef.
Novità anche sul fronte liste d'attesa: le Regioni potranno utilizzare i fondi covid non spesi per smaltire le liste d'attesa. C'è la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, approvata dal Consiglio dei ministri il 12 novembre con decreto legge, poi confluito nel decreto fiscale per velocizzarne l'approvazione. Il concordato bis a chi non ha aderito alla prima tranche: si applicano le stesse condizioni e la finestra si chiuderà il 12 dicembre. Nello stesso decreto si è anche ampliata la platea del Bonus Natale da 100 euro, insieme alle tredicesime dei lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, anche single. Viene rivisto inoltre il meccanismo del payback farmaceutico, il cui obiettivo è un riequilibrio tra le Regioni.
La misura ridisegna il meccanismo e prevede che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende come contributo allo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, l'Aifa tenga conto non più del solo criterio del numero di abitanti, ma anche dei «rispettivi superamenti dei tetti di spesa», redistribuendo gli importi delle Regioni.
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