Volto scavato, fisico provato, niente occhiali pastello ad accendergli lo sguardo.
Oliviero Toscani, 82 anni e 40 chili persi in un anno, la scorsa estate aveva detto al Corriere della sera: «Vivere così non mi interessa, non temo la morte», infrangendo anche l'ultimo dei tabù e riuscendo a suscitare un vespaio di polemiche come ha sempre fatto da dietro l'obbiettivo fotografico. «Bisogna che chiami il mio amico Marco Cappato - ha detto in quell'occasione -, lo conosco da quando era un ragazzo. Ogni tanto mi vien voglia. Gliel'ho detto già una volta e lui mi ha chiesto se sono scemo».
In questi mesi la malattia non gli ha dato tregua ed ora il fotografo è ricoverato «in condizioni molto gravi ma stabili» all'ospedale di Cecina, provincia Livorno. Ha lasciato la sua casa di Casale Marittimo, in provincia di Pisa, per raggiungere il pronto soccorso ed è poi stato trasferito nel reparto di rianimazione.
Le sue condizioni si sono aggravate a distanza di due anni dalla diagnosi di una malattia rara incurabile, l'amiloidosi, che era stata resa pubblica dallo stesso fotografo. «Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta da vivere» erano state le sue parole il 28 agosto. «Sono improvvisamente passato dall'avere 30 anni ad averne 80» ha raccontato. L'amiloidosi fa questo. Provoca un anomalo accumulo delle proteine negli organi causandone una disfunzione, fino a spegnerli. Non esiste una cura. Toscani si è sottoposto a una terapia sperimentale ma la sua situazione clinica è precipitata. La malattia di cui soffre, molto rara, si manifesta in una trentina di modi diversi ma il meccanismo alla base è comune. Nel caso di Oliviero Toscani, la malattia si è manifestata improvvisamente con difficoltà nella deambulazione, portando inizialmente a sospettare un problema cardiaco. I sintomi tipici includono edemi alle gambe, difficoltà respiratorie (dispnea), perdita di peso significativa, ingrossamento del fegato e alterazioni della sensibilità a mani e piedi. Toscani ha accettato tutto questo, un logoramento lento da cui sa perfettamente di non avere scampo. Ma, provocatorio e conformista al tempo stesso quanto i suoi scatti, è pronto a tutto: a morire, a vivere e affrontare, a tirare le somme, ad accettare. «Nella vita ho detto delle banalità e, come tutte le banalità, questo impressiona la gente. Se dici la verità, fai sempre paura. Ho avuto una vita molto privilegiata e fortunata. Ho vissuto tutto quello che uno può sognare di vivere e adesso è così. Devo pagare tutto quello che ho preso prima» si è raccontato a La7.
In ospedale ha già ricevuto una visita: quella del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che era lì vicino per un
incontro sui lavori di riqualificazione della struttura sanitaria di Livorno. «Ho saputo che il grande fotografo era stato ricoverato e sono andato a salutarlo e a incoraggiarlo» ha detto Giani non appena uscito dal reparto.
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