Sarebbero più di dieci le adolescenti molestate sessualmente a bordo del treno regionale Verona-Milano nel pomeriggio del 2 giugno. Gli inquirenti, le indagini sono coordinate dalla Procura di Verona, invitano le eventuali vittime a farsi avanti, dopo che le prime cinque ragazze hanno già sporto denuncia alla Polfer di Milano.
Ieri ha parlato, al Corriere del Veneto, il procuratore reggente di Verona, Bruno Francesco Bruni: «In tribunale non si fanno processi sociologici. Considerata l'estrema gravità di quanto accaduto, è comprensibile invocare il massimo rigore. Ma prima bisogna attribuire con assoluta certezza i singoli reati a chi li ha commessi». In Procura sono state aperte due inchieste, una per violenza sessuale appunto e una per i disordini al rave di Peschiera da cui provenivano i ragazzi che poi hanno preso d'assalto il convoglio. Qui le ipotesi sono di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. Entrambe le inchieste sono per il momento «contro ignoti, nei confronti di persone da individuare». Nel caso del primo fascicolo, che riguarderebbe una trentina di giovani anche loro minorenni o poco più grandi, la Procura potrebbe contestare anche l'aggravante dell'odio razziale. I molestatori infatti erano, per come li hanno descritti le adolescenti accerchiate dal branco, «per la maggior parte nordafricani» e hanno accompagnato i palpeggiamenti con frasi contro le «privilegiate» bianche, come «qui le donne bianche non possono salire» e «qui non vogliamo italiani». A coordinare il doppio filone d'indagine è il pm Mauro Leo Tenaglia. «Il primo - continua il procuratore - si concentrerà sui pesantissimi eventi accaduti in spiaggia e riguarderà danneggiamenti, risse, lesioni, rapine, devastazioni, vandalismi, interruzione di pubblico servizio. Il focus della seconda inchiesta invece sono le molestie sessuali subìte e denunciate in treno da almeno cinque minorenni. Abbiamo appena ricevuto gli atti dai colleghi di Milano». Si è ipotizzata una trentina di sospettati, ma nessuna delle ragazzine è stata finora in grado di riconoscere da foto e video colui o coloro che l'hanno presa di mira. Le giovani hanno indicato dettagli come tatuaggi e capi di abbigliamento, che saranno confrontati con i filmati agli atti, presi dai social e dalle telecamere di sorveglianza delle stazioni, «ma ci vorrà del tempo». Per Bruni, ancora, le vittime sarebbero «più numerose rispetto alle cinque che hanno sporto denuncia, almeno il doppio». L'invito della Procura di Verona è di denunciare. «La scelta è assolutamente libera», precisa il reggente dell'ufficio, ma sarebbe utile alle indagini che «altre persone offese si aggiungessero alle denunce presentate», perché questo aumenterebbe la possibilità di arrivare all'identificazione degli autori di quanto avvenuto.
I sindaci della sponda veronese del lago di Garda parteciperanno oggi a una riunione con il prefetto di Verona per discutere di sicurezza dopo la maxi rissa del 2 giugno sulla spiaggia tra Peschiera e Castelnuovo.
Spiega il sindaco di Castelnuovo, Giovanni Dal Cero: «Chiediamo che ci sia la consapevolezza da parte del ministero dell'Interno che da Pasqua sino a ottobre ci servono agenti in più e che è necessario un maggior coordinamento tra territorio e autorità, oltre ad un controllo più stringente delle stazioni ferroviarie». E la Prefettura di Brescia ha disposto «l'intensificazione delle misure preventive territoriali e dei controlli mirati presso le principali stazioni di partenza».
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