Professor Abrignani, lei è del '58. Seguirà l'invito del ministro della salute Roberto Speranza? Farà il richiamo?
«Ho collezionato due infezioni e tre vaccini: ho cinque dosi e non quattro. Sono stato colpito dal Covid nel marzo del 2020, poi ho fatto tre vaccini, e a febbraio di quest'anno ho scoperto di avere un picco altissimo di anticorpi indice di un incontro ravvicinato con Omicron da asintomatico».
E ai 60enni sani con tre dosi di vaccino invece cosa suggerisce?
«Fare la quarta dose a distanza di 4-8 mesi dal primo booster o dall'infezione non fa male e tira su gli anticorpi».
In passato si sconsigliano richiami troppo ravvicinati.
«Se il ceppo del virus fosse ancora quello originario saremmo a posto per anni. Purtroppo è mutato tantissimo con Omicron 5. E adesso il richiamo serve: per 5-6 settimane la nostra risposta immunitaria si alza moltissimo e ci protegge da tutte le varianti. Poi scende ma è sufficiente a mantenere la memoria per anni anche contro Omicron».
Sul booster ai 60 enni ci sono voci discordanti.
«Bisogna seguire delle regole. E fidarsi di Ema e Aifa. Se loro dicono di vaccinarmi, io mi vaccino. Altrimenti è l'anarchia».
Però stiamo inseguendo il virus a suon di richiami.
«È vero, ma se il virus cambia vanno adeguate anche le nostre strategie di difesa. E stiamo facendo la cosa giusta. Senza i vaccini avremmo non 100 ma 700 morti al giorno».
Il bivalente arriverà a settembre. Non si può aspettare?
«L'obiettivo è coprire questi due mesi molto delicati. La media giornaliera di 90 morti: il 40% sono non vaccinati o ipovaccinati e il 60% sono vaccinati con tre dosi con un'età media di 84 anni e quattro comorbilità. Ma si registrano anche 2-5 decessi tra i 67-68 anni. Tra i due ai cinque al giorno. Possiamo evitare almeno 30 morti in un mese di persone sane e attive».
Nonostante Omicron i decessi aumenteranno?
«Sì perché abbiamo circa 1 milione e mezzo di infezioni a settimana. Praticamente tutti si stanno infettando e con questi numeri si conteranno in media 100 morti al giorno».
Ma il picco quando arriverà?
«Gli esperti dicono tra il 20 e il 30 luglio. Ma servirà un mese per la discesa. Quindi ci aspettano 6-7 settimane di circolazione virale altissima dove i richiami, provocando una risposta effettrice, fanno salire gli anticorpi al picco creando una barriera anche per Omicron».
Quindi Omicron non è più buono come si diceva?
«Certo che è più buono, una persone infettata ha il 60-70% in meno di andare in terapia intensiva, tantissimi hanno una forma benigna. Ora, al momento del picco contiamo 100 morti su 100 mila contagi, con il ceppo di Wuhan erano 800 con solo 30 mila contagi. Il Covid lo stiamo addomesticando, ma sarà un nostro compagno di viaggio ancora per molto tempo. L'endemizzazione non si sa quando sarà raggiunta. Ci basiamo sull'esperienza di altri virus ma in realtà nessuno ha mai vissuto una pandemia prima di adesso».
Non sarebbe il caso di rispolverare l'obbligo vaccinale per anziani e fragili?
«Da tecnico sarei per l'obbligatorietà, ma non possiamo mandare i soldati a casa. Certo, ci sarebbero i medici di famiglia che potrebbero vaccinare».
Cosa dobbiamo aspettarci in autunno?
«Se rimane Omicron 5 o qualcosa di analogo siamo attrezzati. Se cambia radicalmente lo inseguiremo ancora. Con tanti strumenti a disposizione per combatterlo».
Mascherine sì o no?
«Le Ffp2 servono a proteggerci dall'infezione dal 60 all'80% A chi le consiglio? Ai fragili e agli anziani. Ma anche a chi vuole tenere alla larga Omicron».
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