Operazioni continue a Gaza e in Libano. Allerta attentati, Sinwar invoca il martirio

L'esercito israeliano: colpiti 230 obiettivi nelle ultime 24 ore. Uomo accoltella sei persone, la polizia: "Difficile prevenire"

Operazioni continue a Gaza e in Libano. Allerta attentati, Sinwar invoca il martirio
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Nell'attesa nervosa di una nuova escalation con l'Iran, il conflitto continua tra la battaglia a Hamas nella Striscia di Gaza, quella a Hezbollah in Libano e gli attentati interni. L'Aeronautica militare israeliana ha annunciato di aver colpito nelle ultime 24 ore oltre 230 obiettivi tra il Libano e la Striscia di Gaza con 185 siti di Hezbollah e circa 45 di Hamas presi di mira tra cellule terroristiche, infrastrutture, strutture militari, posti di osservazione, lanciatori e depositi di armi. Tra questi la base di lancio da cui erano partiti «i razzi» che hanno colpito Kyriat Shmona, nel Nord di Israele, uccidendo una coppia di persone. In un'operazione mirata contro una cellula a Nablus, in Cisgiordania, quattro palestinesi sono stati uccisi da agenti sotto copertura.

Sulla scia di quanto chiesto dal leader di Hamas Sinwar, episodi di terrorismo non si fermano in tutto Israele, con il capo del gruppo terroristico che ha anche incitato a riprendere gli attacchi suicidi. Ieri sei persone sono rimaste ferite, due delle quali in modo grave, in un attacco nel centro di Hadera, dove un uomo armato di coltello ha colpito in varie zone della città finché non è stato bloccato da alcuni residenti, prima dell'arrivo della polizia. E il nuovo capo della polizia Daniel Levy ha ammesso che la polizia è messa a dura prova e non è in grado di prevenire adeguatamente gli attacchi terroristici, confermando drammaticamente l'allerta in corso. Intanto, l'Idf ha ordinato la chiusura di diversi ospedali nel Nord di Gaza, con l'ong al Mezan Center for Human Rights che ha commentato: «Conosciamo tutti gli orrori che seguono tali ordini», riferendosi a nuovi probabili attacchi sulla Striscia.

Sul fronte libanese, Hezbollah ha lanciato una raffica di circa 90 razzi verso l'Alta Galilea in soli otto minuti causando danni ad alcuni edifici ma nessuna vittima. Di contro, almeno quattro persone sono state uccise e 10 ferite in un attacco aereo israeliano sul villaggio di Wardaniyeh, a Nord-Eest di Sidone, nel Libano meridionale. Secondo le autorità libanese ad essere stato colpito sarebbe un albergo che ospitava sfollati. Il ministero della salute di Beirut ha quantificato in 2.141 le persone già uccise e 10.099 quelle rimaste ferite dall'inizio delle operazioni israeliane nel Paese dei cedri. Il premier libanese Najib Miqati è tornato a parlare della crisi interna che si trova a gestire: «La crisi degli sfollati nelle zone colpite dagli attacchi israeliani aggiunge una pressione importante, il governo utilizza tutte le risorse a disposizione per gestirla ma con l'unità supereremo questa crisi difficile», ha detto.

Nel frattempo, spunta un altro guaio interno per le autorità israeliane. Un gruppo di soldati ha infatti minacciato di interrompere il servizio militare se il governo non cercherà un accordo per il rilascio degli ostaggi.

In una lettera indirizzata al premier Netanyahu e al ministro della Difesa Gallant, 130 soldati, tra effettivi e riservisti, hanno dichiarato che se non cambierà la linea del governo saranno costretti ad abbandonare la divisa.

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