Ora Alfano condanna gli italiani: "Delinquono più degli stranieri"

Il ministro: "C’è una asimmetria tra la realtà e la percezione della sicurezza tra i cittadini". E accusa: "Colpa del populismo che specula sulle paure"

Ora Alfano condanna gli italiani: "Delinquono più degli stranieri"

Adesso Angelino Alfano condanna gli italiani. "Sembra un paradosso - dice in una intervista a Qn - ma da quando abbiamo avuto l’esplosione dei flussi migratori, la percentuale di reati commessi da stranieri rispetto agli italiani è diminuita". In realtà al ministro dell'Interno dovrebbe sapere (anche se finge di non saperlo) che la realtà è ben diversa. Perché, se vuole dire davvero le cose come stanno, dovrebbe guardare al dato relativo e non alle semplici percentuali stilate dal Viminale. D'altra parte sono gli stessi bollettini delle Questure d'Italia a smentirlo.

"Abbiamo davanti nuove tipologie di delinquenti stranieri", dice Alfano che definisce gli immigrati, che vengono in Italia a delinquere, "più sofisticati e più violenti" tanto da aver determinato addirittura l’elaborazione a livello comunitario della categoria della "criminalità itinerante". In effetti, ammette lo stesso Alfano, "il fenomeno è molto diffuso in tutta Europa e si stanno studiando misure adeguate". Eppure a sentir parlare il numero uno del Viminale in Italia non ci sarebbe un'emergenza sicurezza: non importa se giusto ieri hanno arrestato una cellula jihadista, che da Merano progettava attentati in tutta Europa, o se sempre ieri un folle ha accoltellato un ebreo ortodosso per le strade di Milano o se qualche giorno fa due ladri romeni hanno massacrato di botte una signora. "C’è una asimmetria tra la realtà e la percezione della sicurezza tra i cittadini - dice Alfano - questa asimmetria, purtroppo, è anche alimentata da quelle forme di populismo che speculano sulle paure e scommettono sulle sconfitte dello Stato per un mero ritorno elettorale".

I dati snocciolati da Alfano nell'intervista a Qn sono molto distanti dalla realtà. "Nel 2014 - dice - sono diminuiti del 7 per cento rispetto all’anno precedente e, nei primi sei mesi del 2015, di un altro 10 per cento rispetto al semestre dell’anno prima". In realtà, la cronaca nera di ogni giorno racconta tutt'altro. E, nonostante il governo abbia depenalizzato una quantità imbarazzante di reati (tra cui anche quello di clandestinità), Alfano assicura che "il prossimo pacchetto sicurezza sarà orientato alla sicurezza dei luoghi" e "avrà come obiettivo di rendere sicuri e fruibili i luoghi dove la gente vive, si incontra e svolge le sue principali attività". E assicura: "Sarà un bilanciamento tra intervento di tipo amministrativo in capo ai sindaci, il cui contributo è indispensabile per rendere sicure le città, e quello securitario dell’apparato statale della sicurezza, che comunque privilegerà la prevenzione rispetto alla repressione". Intanto gli italiani continuano a subire. Non è, infatti, vero che a commettere più reati sono gli italiani. Certo, se si parla in termini assoluti sono più i detenuti italiani e i criminali nostrani. Ma è normale: siamo in Italia. Bisogna infatti guardare al dato relativo.

I cittadini stranieri sono solo l'8,2% della popolazione residente (gennaio 2015), ma (come certifica l'Istat) i reati commessi dagli immigrati sono più del 24% del totale. Non solo. Nel 2014 i detenuti stranieri nelle carceri italiane sono pari al 34,9%.

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