Una condanna in primo grado per abuso d'ufficio, poi la sospensione scattate per gli effetti della legge Severino, che non consentiva a Vincenzo De Luca di essere insediato come presidente della Regione Campania. Un impasse che poi si è risolto, tra un mare di polemiche, di cui l'uomo del Pd ha parlato con il rinato quotidiano L'Unità.
Il Tribunale di Napoli ha deciso ieri di accogliere il ricorso del governatore contro la sospensione dalla carica. "Una vittoria della giustizia", a sentire il legale che segue il caso di De Luca, che ora potrà entrare di fatto a Palazzo Santa Lucia.
"A un certo punto tutto è cambiato - racconta - e per me è stato come inerpicarmi sulle montagne per andare a combattere la Resistenza, come fecero i nostri partigiani". Un paragone che De Luca utilizza per ribadire il suo punto di vista. E cioè che alcuni punti della legge Severino "andavano corretti già da un anno", ma si sta lottando con "un grave ritardo del parlamento".
L'ex sindaco di Salerno è convinto che la legge, in questo caso, non sia la stessa per tutti, perché la norma colpisce "i sindaci e i pubbli funzionari e non vale per deputati, senatori e membri del governo". E se pure si dichiara rispettoso "di tutte le leggi", trova la Severino in contraddizione con la Costituzione che "sancisce l'elettorato passivo e attivo di ogni cittadino".
Secondo Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, "la decisione del Tribunale di Napoli riabilita Berlusconi", certificando che "la legge Severino è una norma contra personam, si applica soltanto al presidente Berlusconi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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