Ora i grillini vogliono cacciare Paragone: "Vada via, si dimetta"

Il senatore contro Luigi Di Maio: "Gli hanno messo pure i facilitatori. Non ha più il potere del capo politico". Ira del M5S: "Basta provocazioni, lasci il Parlamento"

Ora i grillini vogliono cacciare Paragone: "Vada via, si dimetta"

Caos, caos, caos: nel Movimento 5 Stelle non c'è pace. A dominare ora è la questione Gianluigi Paragone, contro cui si è scatenata una fronda di grillini risentiti dalle dure prese di posizioni contro il mutamento pentastellato. Con la fiducia al maxiemendamento del governo, ieri il Senato ha approvato la manovra economica ma non sono mancate notizie rilevanti: quattro espontenti 5S non hanno partecipato al voto, mentre il giornalista ha votato contro. Ed è stata proprio la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Intanto a Roma è arrivato Beppe Grillo con l'intento di ricompattare l'intero gruppo, che però continua a essere costantemente spaccato. Il comico genovese ha sottolineato: "Io non riesco a convincere nessuno, se una persona cambia idea lo può fare. Non sono qui per rasserenare nessuno, sono qui per conoscere. Tanta gente non l'ho mai vista nè conosciuta".

Ira contro Paragone

Il senatore grillino è finito nuovamente sotto accusa dopo la dura presa di posizione contro Luigi Di Maio nel corso di un'intervista ad Agorà su Rai 3: "Gli hanno messo pure i facilitatori. Non ha più il potere del capo politico". Immediata è stata la reazione da parte di Riccardo Ricciardi che non ha usato giri di parole: "Il senatore Gianluigi Paragone, sin dal post voto delle elezioni europee, si è allontanato dalle posizioni del Movimento 5 Stelle, e si è avvicinato sempre di più a quelle dell'opposizione". A suo giudizio con tali comportamenti si manca di rispetto "agli elettori e ai parlamentari che lavorano per l'esclusivo interesse dei cittadini". E ha riassunto tutte le varie questioni che hanno indispettito l'ambiente giallo: "Continua a provocare: ha votato contro la manovra che ha evitato, tra le altre cose, 23 miliardi di aumento dell'IVA, e da ultimo, è arrivato anche l'attacco al capo politico Luigi Di Maio". Il vicecapogruppo alla Camera infine ha rivolto un duro consiglio: "Perché non si dimette? Sia coerente, almeno per una volta e, come aveva annunciato di fare quest'estate, lasci il Parlamento".

Anche Gianluca Ferrara è stato chiaro: "Paragone può andare via se non si trova più bene nel M5S. Chi si dimette va a casa". Ora bisognerà decidere se sanzionarlo per aver votato contro la manovra: "Immagino che i Probiviri agiranno, succederà...".

Dello stesso avviso il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: "Qualsiasi provvedimento sarà preso dai probiviri, Gianluigi ha sempre espresso opinioni radicali, ma penso sia sbagliato non confermare la fiducia al governo. Non ha votato la fiducia e credo sia automatica la sua espulsione".

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