Il governo giallorosso non si è ancora formato, ma i pro life hanno già espresso manifesta contrarietà. Il timore è che il relativismo torni a farla da padrone in bioetica. Com'è stato ai tempi degli esecutivi presieduti da esponenti del Pd. La nuova campagna choc di Pro Vita e Famiglia non può che essere interpretata in questa maniera: come un monito rivolto a coloro che, da qui a breve, potrebbero occupare gli scranni dell'esecutivo. Ma l'allarme è esteso. Sarà "la vita di tutti", del resto", ad essere "in pericolo".
I promotori dei questa ennesima campagna choc, che come sempre prevede l'affissione di manifesti nelle città italiane, sono gli organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. Toni Brandi e Jacopo Coghe hanno firmato un comunicato dove si ammonisce su quello che potrebbe accadere con l'alleanza tra Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle. C'è preoccupazione su come i giallorossi possano finire col mettere in discussione lo stesso "diritto alla vita". Il piano è giuridico. La depenalizzazione dell'eutanasia, per esempio, è uno dei provvedimenti legislativi vociferati nel corso di queste settimane. "Con questa campagna - specificano i due esponenti pro life - denunciamo che legalizzando eutanasia e suicidio assistito qualcuno stabilità chi avrà il diritto di vivere o piuttosto il dovere di morire". Si ritiene, insomma, che un attacco ai cosiddetti "valori non negoziabili" sia imminente.
Nei 6x3 che sono stati affissi nel corso di queste ore, vengono mostrati esempi di storie esistenziali, quelle che potrebbero prendere vita, secondo la visione della sigla citata, nel caso in cui piddini e grillini, dopo aver contratto questo matrimonio politico, adottino le politiche sui "nuovi diritti". Dalla foto di un "Alessandro" che, dopo essere stato bullizzato, si troverebbe in diritto di poter essere sottoposto a pratiche eutanasiche a quella di una "Lucia", che da disabile potrebbe optare a sua volta per la "dolce morte". La campagna, come premesso, è choc.
Vale la pena sottolineare come Papa Francesco, nel corso della giornata di ieri, abbia tuonato di nuovo contro la pratica in oggetto, bocciandola di netto: "Non è una scelta di libertà", ha chiosato il pontefice argentino.Il governo giallorosso non è ancora cosa fatta. E non sembra essere stato esaminato il capitolo del programma che dovrebbe occuparsi di bioetica. Il fronte del "no" all'eutanasia, però, già vanta numerose adesioni.
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