Non è bastato il tentativo di appeasement del Viminale, che lunedì ha dirottato verso le regioni del Sud un ennesimo contingente di migranti che si voleva spedire a Nord.
Il braccio di ferro tra Pd e governo (con il Ministero dell'Interno al centro della bagarre) sulla gestione degli sbarchi in continua crescita, e delle migliaia di migranti che approdano sulle nostre coste, non accenna a diminuire. Il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini suona l'allarme rosso: «C'è il rischio che nelle nostre città inizino a crearsi le tendopoli», avverte. «Non è un problema di colore politico, ma nelle città, soprattutto del nord, sta arrivando ogni settimana un numero sempre più alto di migranti. E se non c'è pianificazione, può esplodere la rabbia sociale».
Bonaccini (come del resto anche il suo omologo veneto Luca Zaia, di opposta sponda politica) è alle prese con le difficoltà concrete del territorio ad assorbire gli arrivi continui. Ma per il Pd romano la drammatica emergenza sbarchi che sta travolgendo l'Italia, e il fronte della protesta degli amministratori, che vede singolarmente unite destra e sinistra, diventa un'arma per attaccare il governo, mettendo nel mirino innanzitutto il ministro Piantedosi. Un'arma che va usata con qualche cautela, per evitare il rischio di scivolare verso la propaganda xenofoba, ma certo l'occasione per rinfacciare a Giorgia Meloni e a Matteo Salvini anni di proclami anti-immigrazione, ora smentiti da una realtà che si rivela difficilissima da gestire, è ghiotta. «La destra - tuona Debora Serracchiani - ha lasciato incancrenire per mesi la situazione, e questo è il risultato. Sono stati a guardare l'annunciato aumento dei flussi, e ora l'ondata arriva e siamo nudi». É un «fallimento di Meloni», dice la parlamentare dem. Ma anche Matteo Renzi rinfaccia a Giorgia Meloni gli annunci sbandierati in campagna elettorale: «Chi ha vinto le elezioni dicendo che avrebbe chiuso i porti e fatto i blocchi navali? Loro lo hanno detto, e ora hanno il 115% di sbarchi in più». Anche il grillino Giuseppe Conte si aggrega al coro, accusando il governo di «viltà» perchè «fischietta indifferente dopo aver chiesto voti prospettando soluzioni fallimentari». Il sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori, spiega perchè ha deciso di rivolgersi al Tar contro il Viminale sul caso drammatico dei minori non accompagnati (ne sono sbarcati 2000 solo nell'ultimo weekend): «L'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è compito dello Stato. Lo dice la legge: i Comuni possono svolgere una supplenza temporanea, in caso di indisponibilità di posti nelle strutture statali, e comunque senza costi o oneri a loro carico». Invece, spiega «sta succedendo esattamente il contrario».
E così le parti si ribaltano, e mentre sindaci e governatori di centrosinistra protestano contro l'«invasione», gli esponenti della maggioranza li accusano di abdicare ai propri valori di accoglienza: «Il Pd - accusa il sottosegretario Tullio Ferrante di Forza Italia - strepita sui giornali, invia diffide, ricorre al Tar.
È evidente che per le sinistre umanitarismo e solidarietà sono valori sacri e irrinunciabili solo finchè servono a contestare il centrodestra ed a patto di non essere applicati in casa propria. Ma è una ipocrisia che respingiamo fermamente».
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