Ora Salvini lancia la sfida all'Ue: "Taglio le tasse e abolisco la Fornero"

Salvini mette sul tavolo le riforme economiche da fare a settembre: "Il 3% non è Bibbia". E Tap e Tav avverte il M5s: "Io sono più per fare che per disfare"

Ora Salvini lancia la sfida all'Ue: "Taglio le tasse e abolisco la Fornero"

Primo: una riduzione della pressione fiscale ("Poi decidiamo se per le imprese, per le famiglie, sull'Iva, ma intanto partiamo"). Secondo: via le accise sulla benzina ("Almeno alcune. Basta pagare per la guerra d'Etiopia o il Vajont"). Terzo: stralcio delle cartelle Equitalia ("È la richiesta che qui in spiaggia la gente fa di più"). Quarto: flat tax e reddito di cittadinanza ("Nel contratto di governo ci sono, forse non si potranno fare subito, però impostiamole"). Quinto: abolizione della legge Fornero e quota cento. Queste le "novità" che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, mette sul tavolo in una intervista alla Stampa in vista della discussione della manovra economica che entrerà nel vivo da settembre.

"Questo è il governo del cambiamento e non può fare le stesse finanziarie punitive di quelli precedenti". Nell'intervista alla Stampa Salvini non esclude la possibilità di sfidare l'Unione europea aumentando il deficit per finanziare le riforme che verranno inserite dall'esecutivo nella prossima legge di Bilancio. "Faremo di tutto per non aumentarlo - rassicura il ministro dell'Interno - ma se si tratta di aiutare imprese e famiglie i vincoli europei si possono superare. La regola del 3% non è la Bibbia". "Il debito che abbiamo ereditato - osserva ancora il vicepremier - non è un problema se l'economia tira. L'economia italiana è solida, a parte gli attacchi dei Soros di turno. Altro che i troll russi, che due volte su tre sono bufale: è la grande finanza a condizionare le economie e le vite". E lui si dice ben determinato a impedirlo.

Il "governo del cambiamento", però, non è così compatto come Salvini vorrebbe far credere. I motivi di scontro, a settembre, potrebbero essere molteplici. A partire dalle grandi opere. Giusto ieri Alessandro Di Battista ha sollecitato il Movimento 5 Stelle a dire "no sani" definendo Tap e Tav opere inutili. "Ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici - replica Salvini - dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del terzo valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell'energia per tutti gli italiani". Per la Tav, specifica il leader della Lega, "il discorso è più lungo. Bisogna calcolare fino all'ultimo centesimo.

Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare - conclude il vicepremier - se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta".

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