Le sue idee, le aveva messe nero su bianco nel 2017. Ed è per questo che in questi giorni di scontro Paolo Savona non aveva ritenuto necessario ribadire cosa pensa sull'Unione europea e sulla moneta unica. Eppure, come lui stesso fa notare in un comunicato stampa pubblicato sul sito Scenari economici, la polemica con il Quirinale si è fatta tanto "scomposta" da spingerlo a ribadire "brevemente" le proprie posizioni. "Voglio un'Europa diversa, più forte, ma più equa", ha messo in chiaro elencando le battaglie che portarà al governo nel caso in cui verrà nominato ministro dell'Economia.
Quello tra Matteo Salvini e il Quirinale può essere considerato a tutti gli effetti un "braccio di ferro", con tanto di ultimatum del leghista al capo dello Stato. Ormai l'oggetto del contendere è chiarissimo: il segretario federale vuole Savona al ministero dell'Economia, mentre Sergio Mattarella continua a chiedere una soluzione alternativa. A pesare sul curriculum dell'economista sono le sue idee "no euro" e le sue posizioni anti tedesche. Il muro contro muro che sta animando le ultime, fibrillanti ore della fase politica italiana rischia seriamente di travolgere gli accordi di maggioranza con il Movimento 5 Stelle, trascinando con sé non solo il famoso "contratto", ma tutto il governo. Per sgomberare il dibattito da qualsiasi ombra di dubbio, Savona ha voluto mettere in chiaro le sue "idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema dell’euro". Lo ha fatto con un comunicato stampa suddiviso per punti che di fatto replicano alle accuse di antieuropeismo che gli sono state mosse in questi giorni.
Dall'assegnazione alla Bce delle funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per "perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale" all'attribuzione all'Europarlamento di "poteri legislativi sulle materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale", Savona invita tutti ad andare a rileggersi il contratto stipulato tra la Lega e il Movimento 5 Stelle in cui sono stati specificati gli intenti che, "alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni", verranno perseguiti dal governo che si va costituendo. Ed è sempre al programma sottoscritto nei giorni scorsi che Savona rimanda per dirimere le preoccupazioni sul debito pubblico e sul deficit. "L'azione del governo - assicura ora Savona - sarà mirata a un programma di riduzione del debito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità (politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo)".
Punterà piuttosto a far crescere il Pil rilanciando "la domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore" e "le politiche di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni".Adesso la passa torna nelle mani di Mattarella. "Io fino all'ultimo non mi arrendo", twitta Salvini.
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