"Ora sconto sul fine pena". Guede può tornare libero

I legali: altri 45 giorni di riduzione. Se il tribunale accetterà, il termine sarà scaduto il 20 novembre

"Ora sconto sul fine pena". Guede può tornare libero

Libero prima del tempo. Rudy Guede, l'unico condannato per l'omicidio di Meredith Kercher, potrebbe uscire di cella in anticipo rispetto alla scadenza della condanna, prevista il 4 gennaio del 2022. Questo grazie alla buona condotta tenuta in carcere da quando è stato condannato a 16 anni di reclusione con il rito abbreviato per concorso in omicidio e violenza sessuale.

Guede, 37 anni, ha già usufruito complessivamente di uno sconto di pena di oltre mille giorni, è un semilibertà dal settembre del 2019, dal 2020 è affidato ai servizi sociali dal Tribunale di Sorveglianza e già non tornava più a dormire in cella. A giorni lo stesso Tribunale si dovrà pronunciare sull'istanza presentata dal legale dell'ivoriano che nel novembre del 2007 a Perugia uccise la studentessa inglese in Italia per studiare. L'avvocato Fabrizio Ballarini ha chiesto uno sconto di pena di 45 giorni, così come previsto dall'ordinamento penitenziario italiano per ogni semestre di buona condotta. Se l'istanza venisse accolta, Guede tornerebbe subito in libertà, visto che i 45 giorni di sconto decorerebbero dal 20 novembre. «È una procedura standard ordinaria», spiega il penalista. Con la sua scarcerazione verrebbe chiuso l'ultimo capitolo di una vicenda piena di colpi di scena e mai del tutto chiarita. Per l'assassinio di Meredith erano stati condannati e poi assolti definitivamente Amanda Knox, la coinquilina americana della vittima, e Raffaele Sollecito, il suo fidanzato dell'epoca. Alla fine Guede è stato l'unico ad essere condannato. Non ha mai confessato il delitto, pur avendo ammesso la sua presenza nella casa della studentessa, ma ha scontato la pena da detenuto modello seguendo un percorso di reinserimento sociale che lo ha portato a laurearsi a pieni voti in discipline storiche presso l'Università di Roma Tre, mentre era detenuto nel carcere di Viterbo. Contro di lui l'impronta di una mano insanguinata e alcune tracce di Dna. Ma nonostante tutto ha sempre negato di essere il killer della ragazza. Secondo la sua versione, la sera delitto era a casa di Meredith per un incontro intimo, ma l'aggressione mortale sarebbe avvenuta mentre era in bagno con le cuffie per ascoltare la musica. Lui avrebbe soltanto cercato di soccorrere Meredith, per poi allontanarsi. Una versione che non è stata ritenuta attendibile. Guede venne arrestato il 20 novembre 2007 in Germania, dove sarebbe fuggito per paura di non essere creduto. Prima della sua cattura, il 5 novembre, erano stati arrestati la Knox e Sollecito. Con loro anche Patrick Lumumba, il titolare congolese di un pub dove Amanda lavorava saltuariamente, tirato in ballo dalla stessa ragazza americana. Fu lei durante un drammatico interrogatorio a raccontare agli inquirenti che era stato Lumumba ad uccidere Meredith perché rifiutato. Una versione crollata grazie all'alibi di ferro del congolese, che venne scarcerato e Amanda accusata di calunnia.

La Knox, dagli Stati Uniti dove è recentemente diventata madre, è tornata a parlare della vicenda in un'intervista alle Iene: «Penso ci siano tutti gli elementi per capire cosa sia successo quella notte e tutti portano a Rudy

Guede. Non ci sono prove che ci collegano a quell'omicidio. È il motivo per cui tutt'ora c'è la sensazione che tutta questa storia non sia chiusa del tutto. So che ha ucciso Meredith e so che lui non ammette di averlo fatto».

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