Si ricomincia da tre. Dopo quello varato a Natale, seguito dal provvedimento a ridosso di Capodanno anche la Befana regala un altro decreto «Covid» agli italiani con il quale il governo di Mario Draghi tenta di arginare il boom dei contagi. Si infittisce la trama delle regole che scatteranno a tappe, in date progressive, in una sorta di gioco dell'oca di faticosa decifrazione.
L'obbligo vaccinale per gli over 50 scatta subito con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto, già oggi probabilmente. Una norma che fa dell'Italia il primo Paese europeo ad aver introdotto un obbligo di profilassi indiscriminato, anche se soltanto a partire dai 50 anni, e non per categorie. L'Austria lo ha già deciso per gli over 14, ma partirà a febbraio. Ha insomma concesso più tempo ai suoi cittadini come la Grecia che impone il vaccino, ma agli over 60 e solo dal 16 gennaio.
Obbligo immediato quindi, conferma Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ma sanzioni soltanto a partire dal 1° febbraio. Coinvolti oltre due milioni e mezzo di cittadini. Non solo. Il decreto estende l'obbligo vaccinale anche a tutto il personale universitario a prescindere dall'età così come è già stato deciso per il personale sanitario, quello scolastico e le forze dell'ordine. Soltanto dal 15 febbraio invece scatta pure per tutti i lavoratori pubblici e privati di ogni categoria con età superiore a 50 anni l'obbligo di green pass rafforzato, ovvero quello che si ottiene con il vaccino o la guarigione e non con il tampone. Lo slittamento serve a dare il tempo di ottenere la carta rafforzata a chi non ha ancora la prima dose, vaccinandosi entro il 31 gennaio. Se non si rispetta la normativa dopo cinque giorni di assenza scatta la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio ma non sono previste conseguenze disciplinari. Chi viene sorpreso al lavoro senza green pass rischia una multa da 600 a 1.500 euro. Chi omette il controllo una sanzione da 400 a mille euro.
Dal 20 gennaio poi il governo ha deciso anche di estendere l'obbligo del green pass base (che si può ottenere anche con un tampone antigenico valido 48 ore o con un tampone molecolare valido 72 ore) ai clienti di parrucchieri, barbieri, estetisti. Un ulteriore giro di vite partirà dal 1° febbraio. Richiesto il green pass base per pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari. Insomma tutte le attività commerciali esclusi gli alimentari e le farmacie. Per clienti e negozianti che non rispettano l'obbligo multa da 400 a mille euro. Identica la sanzione prevista nei ristoranti e locali pubblici e i gestori dei locali pubblici che non chiedono il green pass, dopo tre sanzioni in tre giorni diversi, rischiano la chiusura del locale per dieci giorni.
Resta sul tavolo il nodo irrisolto dei controlli. Per gli over 50 che non lavorano chi verificherà e come il rispetto dell'obbligo? Prevista a partire dal 1° febbraio una sanzione di 100 euro una tantum. Sarà l'Agenzia delle entrate a multare il cittadino incrociando i dati della popolazione residente con quelli dell'anagrafe vaccinale.
Poi la questione del consenso informato e dei possibili eventi avversi. In caso di danno da vaccino, rileva il Codacons, lo Stato dovrebbe essere responsabile ma non è attualmente evidenziato nel modulo da firmare.
Secondo Costa la questione non si pone perché è già previsto un indennizzo per eventuali conseguenze negative del vaccino. Ed è ancora polemica sui test rapidi antigenici che per gli scienziati danno falsi negativi in un caso su due e non dovrebbero essere sufficienti per uscire dalla quarantena.
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