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Pacco cashback, soldi finiti: si rischia il bonus dimezzato

Stanziati 228 milioni per rimborsare i regali natalizi. Richieste a quota 3,5 milioni. Ne servono il doppio

Pacco cashback, soldi finiti: si rischia il bonus dimezzato

Tante richieste e pochi soldi a disposizione. Il cashback di Stato, o meglio l'anticipazione natalizia dell'incentivo all'uso della moneta elettronica fortemente voluto dal premier Giuseppe Conte, potrebbe riservare brutte sorprese a chi ha già messo nel suo bilancio personale lo sconto da 150 euro promesso dal governo.

L'intoppo è spuntato nel regolamento che attua il decreto di novembre e, come era già successo per altri bonus governativi, a generarlo è uno stanziamento sottostimato.

Il premio del 10% sulle spese fino a 1.500 euro effettuate dall'otto dicembre fino alla fine dell'anno è di fatto una sperimentazione. Un'anticipazione del cashback vero e proprio, in vigore dal 2021.

Questa fase sperimentale ha uno stanziamento: 227,9 milioni di euro. Non è un fondo da alimentare a piacimento e per questo lo stesso regolamento prevede che se la «risorsa finanziaria» stanziata «non consenta il pagamento integrale del rimborso spettante, questo è proporzionalmente ridotto». In altre parole, una volta esauriti i 228 milioni di euro il bonus verrà decurtato.

Il regolamento non precisa le modalità. Se cioè si attuerà un metodo tipo click day, privilegiando i primi che si sono registrati oppure, più verosimilmente stando alla formula utilizzata nella norma, se verranno tagliati i bonus di tutti gli aventi diritto in misura proporzionale alle risorse disponibili. Dopo i regali incentivati di dicembre, insomma, la brutta sorpresa di febbraio, mese durante il quale dovrebbero essere accreditate le somme dovute.

A fare pensare a un esordio rovinato per il cashback di Stato sono le cifre al momento disponibili. Sappiano che lo stanziamento è di 228 milioni. E che, fino a ieri sera si erano iscritti 3,6 milioni di utenti attraverso l'app Io (gli strumenti di pagamento accreditati sono 6,2 milioni, 3,5 carte di credito e 1,7 milioni di bancomat). Presto arriveranno anche le applicazioni di pagamento.

In ogni caso se gli utenti rimanessero quelli di ieri (improbabile visto che ogni giorno si aggiungono decine di migliaia di nuovi aspiranti al bonus) e se tutti avessero diritto ai 150 euro di rimborso, il Tesoro dovrebbe già prepararsi a erogare 525 milioni di euro. Più del doppio della cifra a disposizione. Facile ipotizzare un rimborso dimezzato: 70 euro invece dei 150 attesi.

Uno smacco per i milioni di italiani che hanno aderito al programma e un imprevisto che rischia di vanificare l'obiettivo primario del programma: incentivare i pagamenti tracciabili e gli acquisti nei negozi fisici messi a dura prova dalle chiusure, ma anche dalla concorrenza del commercio elettronico. Una volta consapevoli del rischio che il rimborso sarà inferiore alle aspettative, le famiglie potrebbero orientarsi su acquisti online che danno uno sconto certo.

Ancora una volta una misura del governo si scontra con difficoltà di attuazione e con la ristrettezza di risorse a disposizione.

Per ora l'esecutivo

non ha commentato. Unica precisazione arrivata ieri riguarda la privacy dell'app Io, che «non comporta alcuna profilazione o geolocalizzazione degli utenti» e non registrerà gli acquisti, ha assicurato PagoPa in una nota.

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