Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a Tallin per l'Ecofin, ha incontrato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. "Abbiamo avuto uno scambio di idee e l’ho aggiornato sulla nota di aggiornamento del Def che sarà approvata dal Consiglio dei ministri la prossima settimana", ha detto Padoan. Che poi ha chiarito un altro dettaglio interessante: "Non abbiamo parlato di debito italiano e il fatto che non se ne parli è un buon segno".
Ma di che dimensioni sarà la prossima manovra del governo? La bozza di Finanziaria per il 2018 oscilla intorno ai 18 miliardi di euro e, com'è noto, non potrà creare più deficit di quello che la Commissione europea ha già concesso all'Italia oltre i paletti fissati (otto miliardi). Saranno soprattutto tre le novità più importanti da evidenziare: lo sgravio per le assunzioni stabile dei nuovi assunti che hanno meno di 32 anni; proroga e rafforzamento degli incentivi alle imprese per l’innovazione; aumento dei fondi a sostegno dei più poveri. Tutto il resto servirà a finanziare le cosiddette spese ordinarie: rinnovo contratto dipendenti pubblici, missioni militari all’estero, fondi necessari per far funzionare le Province, la cui abolizione è saltata dopo la bocciatura del referendum costituzionale. Le maggiori entrate previste, necessarie a finanziare la manovra, ammontano a circa dieci miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere i tagli alla spesa. L'unico vincolo su cui la Commisisone Ue non transige è questo: la metà dei dieci miliardi necessari devono essere rappresentati da nuove entrate o risparmi duraturi, secondo il principio del "deficit strutturale".
Sino ad ora i miliardi che il governo ha trovato sono sei: ne mancano quattro all'appello. Su questo si giocano le varie proposte elaborate dal ministero, su cui dovrà arrivare il sostegno del parlamento. Tra le novità in arrivo una nuova "rottamazione" dei debiti fiscali e la fatturazione elettronica obbligatoria fra privati. Nei prossimi giorni, comunque, ne sapremo di più. Intanto giovedì il Consiglio dei ministri approverà la nota di aggiornamento del Def.
Che succede con la Web Tax?
La lettera sulla Web Tax sottoscitta da Francia, Germania, Italia e Spagna "è stata condivisa da molti Paesi" dell'Unione, fa sapere Padoan. Per il ministro "la tassazione dell'economia digitale è molto complicata dal punto di vista politico e tecnico e la proposta avanzata è una possibile base" su cui i Paesi della Ue potranno lavorare. Padoan sottolinea anche come sia stato dato "mandato alla commissione di lavorare su queste ipotesi". "Soluzioni europee efficaci - conclude - poi possano essere incrementate a livello globale".
Sulla Web Tax, ha chiarito ancora il ministro, "stiamo valutando l'eventuale impatto della tassa sui ricavi".
"Cosa importante è che la presidenza estone ha confermato l'idea di produrre proposte entro fine mandato, quindi tra pochi mesi - ha aggiunto - Se il processo si dovesse arenare si tratterà di dare ulteriore spinta a un processo che è complicato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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