La vita scorre veloce. Il tempo avanza inesorabile. I giovani scappano. I vecchi muoiono. Le imprese chiudono. Gli artigiani piangono. Ma c'è chi non si arrende e ha deciso di lottare. Lui è Fabio Polini, 53 anni, sindaco di Castignano, un comune di 2800 abitanti che sta su su sulle colline della provincia di Ascoli Piceno. Un borgo arroccato su una collina, ai piedi del monte dell'Ascensione, a 473 metri sul livello del mare. Il Giornale ne aveva già parlato ad agosto scorso, quando raccontò la storia di questo paesino dove ci sono più tombe che abitanti, dove i giovani se ne vanno e dove ogni anno, da trent'anni, per vincere lo spopolamento si torna al Medioevo. Templaria lo chiamano, il festival medievale più grande d'Italia. Un paese dove eravamo stati, dove siamo stati accolti, dove siamo stati presi per mano, coccolati dalla grazia e dal sapore del trascorrere del tempo di questi abitanti. Un tempo lento, calmo, fatto ancora di abbracci e strette di mano.
Ma il sindaco sa che se vuole «salvare» il suo paese deve correre. Adesso, anche contro il tempo. Perché tempo non ce n'è e perché avanti di questo passo con i balzelli, con le nuove misure introdotte da questo governo, con gli scontrini elettronici anche nei paesi dove ancora si può camminare a piedi nudi per strada, con la morte dei piccoli centri, dei piccoli commercianti, con i piccoli comuni abbandonati e le comunità montane isolate, questi paesi spariranno. «Stiamo chiedendo al governo - racconta Polini al Giornale - misure per fermare lo spopolamento delle aree interne, ma sembra non interessi un granché. Ci lamentiamo dei disastri ambientali e quant'altro ma se non si cura il territorio a monte, a valle saranno solo disastri». E lui se ne intende. Di professione odontotecnico, per passione e tradizione fa anche il contadino. Ci parla, infatti, mentre sta potando un melo. «Pronto per la primavera», dice. Lui il 15 gennaio prossimo sarà a Roma per protestare. Una manifestazione organizzata dall'Anci che coinvolge tutti i sindaci del cratere sismico, quelli delle quattro regioni coinvolte. Il motivo della protesta è una ricostruzione lenta, che stenta a partire e il Decreto Sisma approvato a dicembre 2019, definito inefficace. «Ci sentiamo abbandonati dal Parlamento - spiega Polini - le persone stanno abbandonando il territorio perché non si sentono ascoltate dalle istituzioni ed è triste. Vogliamo far tornare i giovani? - chiede -. Abbiamo bisogno di pediatria, asilo nido gratuiti, poliambulatori efficienti per la telemedicina; oltre a sgravi fiscali per le piccole attività, botteghe, il tutto prima che sia troppo tardi!».
Perché con 13 nascite e 30 decessi il passo verso lo spopolamento è breve. Ma intanto lui si è preso avanti. Vuole partire col piede giusto. E per quest'anno nuovo ha scritto una lettera ai 13 nati dell'anno scorso. Li ha chiamati per nome, uno a uno: «Camilla, Carlotta, Andrea, Alice, Ambra, Nicolò, Aurora, Anita, Simone, Nicole, Greta, Dario, Ludovica, in questo anno inizia il vostro tempo, un tempo in cui donerete ai vostri genitori tante emozioni, un tempo in cui cambia anche per voi genitori la prospettiva di vita».
«Ho scritto e inviato queste poche righe - ci racconta - nella speranza che sappiano utilizzare il loro tempo prezioso per fare cose importanti». Già. Perché è il tempo immenso della vita, quello che non possiamo perdere. Quello che con tutte le forze ci dobbiamo riprendere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.