La palla a Donald: "Promettente però non basta". La sfida di Witkoff

Il presidente: "Putin non colpirà gli alleati". L'inviato dallo Zar. No a Kellogg: è filo-Kiev

La palla a Donald: "Promettente però non basta". La sfida di Witkoff
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Donald Trump si mostra fiducioso sulla possibilità di raggiungere una tregua temporanea in Ucraina, e definisce «molto promettente, anche se non completa, la dichiarazione» di Vladimir Putin. Parlando dalla Casa Bianca, dove ha ricevuto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, il presidente americano afferma di avere «notizie che le cose vanno bene in Russia», dove il suo inviato Steve Witkoff ha visto lo zar del Cremlino ieri sera a porte chiuse, e parla di «discussioni molto serie».

La missione di Witkoff era quella di presentare la proposta per il cessate il fuoco di 30 giorni raggiunta a Gedda tra le delegazioni di Washington e Kiev (criticata dal consigliere diplomatico di Putin, Yuri Ushakov, ancora prima ancora che l'emissario del tycoon mettesse piede a Mosca). «Molti dettagli di un accordo finale sono stati effettivamente discussi. Ora vedremo se la Russia è pronta e, in caso contrario, sarà un momento molto deludente per il mondo - prosegue Trump - Speriamo che facciano la cosa giusta. Vorremmo vedere un cessate il fuoco da loro», ribadisce, precisando che «mi piacerebbe incontrarmi, parlare con Putin, ma dobbiamo risolvere in fretta».

Il comandante in capo dice di non pensare che Mosca attaccherà altri alleati: «Ci assicureremo che non accada». Pur facendo molti complimenti a Rutte per il suo lavoro, ripete che «i Paesi Nato pagano troppo poco» per la difesa, oltre a rivendicare di aver «reso l'Alleanza più forte» dopo aver minacciato di «ritirarsi» se i partner non avessero investito di più. L'attenzione, tuttavia, rimane concentrata sul conflitto in Ucraina: «Vogliamo che finisca. Ha anche un costo enorme per gli Stati Uniti e altri Paesi», afferma ancora, rivelando che «non abbiamo lavorato nell'ombra. Abbiamo discusso con l'Ucraina di terreni che verranno mantenuti e persi». E c'è anche «una grande centrale elettrica coinvolta: chi la otterrà?». Trump non fornisce dettagli, ma la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, attualmente in mano alla Russia, è in prima linea nei combattimenti.

In realtà il criptico messaggio di Putin, che definisce «grande e corretta» la proposta americana dicendo che in teoria la supporta, ma allo stesso tempo esprime «riserve», è ambiguo sulla tempistica, anche riguardo a un'eventuale conversazione con Trump, e di fatto rilancia la palla nel campo degli Stati Uniti. Non è chiaro se il suo sia un tentativo di prendere tempo o sia intenzionato veramente a impegnarsi in discussioni per cui servono maggiori informazioni, ma nei giorni scorsi Mosca ha spiegato che la tregua servirebbe a Kiev per riorganizzarsi. In ogni caso il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, in un'intervista a Cnbc, assicura che gli Usa non esiterebbero ad aumentare la pressione su Mosca attraverso le sanzioni. «Tutto questo fa parte del piano di Trump per preparare il tavolo per un negoziato di successo - spiega - È disposto ad applicare la massima pressione su tutte e due le parti».

Per le trattative, il tycoon punta soprattutto su Witkoff, magnate dell'immobiliare proprio come The Donald, di cui è amico di lunga data, scelto inizialmente come inviato speciale per il Medio Oriente, ruolo che ora si è ampliato fino a includere l'Ucraina.

Witkoff è stato indicato personalmente da Trump per volare a Mosca e incontrare Putin al posto del segretario di Stato Marco Rubio e di Keith Kellogg, nominato lo scorso gennaio inviato per la guerra, ma che Putin non avrebbe voluto presente alle trattative poiché troppo pro-Kiev.

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