Il silenzio è spezzato da un lungo applauso che accoglie il feretro sul sagrato. Una comunità che reagisce e si stringe attorno al dolore immenso della famiglia. A Cologno Monzese ieri è stato il giorno dei funerali di Sofia Castelli, la ventenne uccisa una settimana fa a coltellate nel sonno nella sua abitazione dall'ex fidanzato, il 23enne italo-marocchino Zakaria Atqaoui.
Aveva seguito gli spostamenti tramite le storie Instagram e si era introdotto nella casa di Sofia, attendendo chiuso in un armadio il suo ritorno da una serata in discoteca con l'amica Aurora, che durante il delitto stava dormendo in un'altra stanza senza accorgersi di nulla.
Poi aveva preso un coltello, l'aveva cambiato perché «non adatto» e l'aveva colpita con una serie di fendenti al collo e al viso, correndo via fuori dall'abitazione. L'assassino ha confessato e ora si trova in carcere: «Si è fatto crudelmente buio nella vita di Sofia. Questa città ha inciso nel cuore quella mattina, quando si è fatto buio su tutta la Terra» ha detto don Angelo Zorloni citando il Vangelo durante la sua omelia, breve ma densa di collegamenti. Come quando ha fatto riferimento all'ultima storia che Sofia aveva postato al rientro dalla discoteca con l'alba fuori casa, che secondo don Zorloni rivela «una grande verità». Perché «chi si fida dell'abbraccio di Gesù non trova il buio» e questo, forse, «lo aveva intuito anche Sofia: quell'alba che ha postato è quasi come un'eredità che ci lascia - ha aggiunto - supplichiamo Dio che possa intuirlo anche chi ha alzato la mano su di lei». Con un invito, rivolto soprattutto ai più giovani, ad amare liberamente, senza ossessioni e senza sospetti, e a scommettere «su amori limpidi, mai possessivi». Solo allora «l'alba spunterà».
La Chiesa di San Giuliano era gremita tanto che in molti sono rimasti all'esterno sul sagrato. Il corso principale della cittadina è stato addobbato con dei palloncini rosa ai lati della strada e anche i commercianti hanno voluto unirsi al cordoglio, affiggendo dei cartelli fuori dalle vetrine. «Da queste profonde ferite usciranno farfalle libere. Ciao Sofia», recitava uno striscione appeso su un balcone di fianco alla Chiesa. Strazianti i volti in lacrime degli amici e delle amiche di Sofia, compreso quello di Aurora. Distrutti i genitori, papà Diego e mamma Daniela, travolti dall'affetto della città. Anche il governatore Attilio Fontana ha voluto esprimere il cordoglio della Regione «a nome di tutti i lombardi».
Alla fine dei funerali, quando la bara bianca è uscita sul sagrato, verso il cielo sono volati centinaia di palloncini rosa. Un corteo silenzioso ha accompagnato fino al cimitero il feretro, su cui è stata posta una grande corona di fiori bianchi e rosa. Perché Sofia «era una di noi, una ragazza della nostra comunità».
Gli altoparlanti della Chiesa riproducono Cenere di Lazza, il rapper milanese che aveva conosciuto i genitori di Sofia su un volo di ritorno dalla Sardegna, dove avevano appreso la tragica notizia, e dedicato un post alla sua giovane fan. Quella canzone che sul sagrato ieri risuonava come un grido di speranza: «Rinasceremo insieme dalla cenere...».
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