Non esiste artista italiano più noto all'estero di Andrea Bocelli. Purtroppo ha tanti difetti agli occhi degli artisti del regime progressista di sinistra italico. È nazionalpopolare e rivendica la sua italianità. E già questo è considerato qualcosa di poco chic, di «chiuso». Poi, Bocelli non è di sinistra o meglio non si è mai intruppato nella caravanserraglio conformista: non è mai andato in piazza per chiedere più immigrazione, non ha osannato Greta, non ha mai insultato Salvini e Trump, anzi del primo si è detto «amico» e doveva esibirsi all'inaugurazione del secondo, non fosse stato oggetto di un'aggressione planetaria simile a quella subita ieri. Sì perché il più grave difetto, agli occhi della corte di nani e ballerini progressisti, è che Bocelli non si è piegato all'ultimo mantra, il pandemicamente corretto, con prima i video di propaganda zdanoviani «state a casa», ora con il «mettetevi la mascherina» ovunque. Il culto del lockdown è l'ultimo segno di appartenenza alla tribù di sinistra, e Bocelli l'ha violato argomentando con buon senso a un convegno, chiamato «negazionista» da Repubblica, l'organo del Culto del Virus. Come ha scritto qui ieri Francesco Maria del Vigo, quella di «negazionsta» è una definizione allucinante, soprattutto se applicata a scienziati e a giuristi di fama. Ma il più sbeffeggiato deriso e insultato è stato Bocelli, e dai suoi stessi colleghi, tutti «cittadini del mondo» che appena escono dall'Italia però nessuno si fila. Per loro e per i tanti che lo hanno apostrofato sui social, Bocelli ha violato il precetto numero uno del progressista, per cui il Virus è come dio per un islamista, chi ne mette in discussione l'esistenza o almeno i modi per farvi fronte, deve essere lapidato. E lapidato anche nei punti deboli; non sono stati pochi i commenti che hanno deriso la disabilità di Bocelli. Secondo il fenomeno di cui parla, nel suo recente E finsero felici e contenti, lo scrittore Giuseppe Culicchia (non tutti a sinistra sono eredi del Cretino di Fruttero e Lucentini): il body shaming, cioè irridere i difetti fisici, è condannabile e anzi da denunciare di fronte alle commissioni anti-odio se il bersaglio è di sinistra, se invece non lo è, lecito e persino spiritoso sghignazzare sulla cecità. Il mondo liberal-libertario progressista e globalista sta diventando sempre più violento.
Dalla «tolleranza repressiva», per dirla con Herbert Marcuse, nei confronti dei dissidenti, praticata in maniera più o meno tollerante, sta passando alla modalità «arcipelago Gulag»: l'avversario deve essere messo in condizione di non parlare più. State serene, care guardie rosse alle vongole, Bocelli continuerà a parlare, oltre che a cantare. Anche quando il pubblico si sarà dimenticato di voi.
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