Chi ha potuto si è messo in fuga sulle barche, o sui gommoni. I numerosi turisti, gli abitanti, le celebrità. Il vento di scirocco soffiava ieri sera sull'isola di Pantelleria, travolta dalle fiamme di un incendio che si è sviluppato su più fronti, mandando rapidamente in fumo decine di ettari di vegetazione e di macchia mediterranea. Proprio il vento ha reso più difficile l'intervento dei forestali e dei vigili del fuoco. Decine di abitazioni sono state evacuate, mentre la paura divorava, insieme al fuoco, l'isola amata da tanti turisti e tanti vip, su tutti Giorgio Armani, che proprio ieri sera si trovava nella sua villa con alcuni ospiti, ed è dovuto fuggire in tutta fretta. Tanta paura e tanto sconcerto, perché l'origine dell'incendio, gravissimo, che ha colpito questo gioiello del Mediterraneo si sospetta sia dolosa. Nelle parole di Salvo Cocina, capo della Protezione civile della Regione Sicilia, i cui volontari sono partiti per l'isola, il fuoco è stato «appiccato in modo scientifico in due posti diversi, a favore di vento, approfittando dello scirocco».
L'incendio si è sviluppato nel tardo pomeriggio di ieri e ha colpito le borgate di Khamma e Gadir, non lontano dalle abitazioni dei turisti e dalle ville dei vip, come Marco Tardelli e Giorgio Armani. La rapidità e la gravità del rogo hanno fatto sì che si avvicinasse rapidamente alle abitazioni, oltre che ai pali dell'elettricità, provocando dei black out in alcune zone; interrotte anche alcune strade, il tutto in una situazione resa ancora più difficile dall'impossibilità dei Canadair di entrare in azione a causa del buio. In serata decine di case sono state evacuate. Grande la paura fra turisti e abitanti, atterriti dalle fiamme che forestali e vigili del fuoco hanno cercato di contrastare per ore. E c'è timore, secondo la Protezione civile siciliana, anche per le sorti della montagna e del Parco nazionale di Pantelleria. In questo caso sarebbe «un disastro». «Basta incendi dolosi, chi deturpa il nostro patrimonio deve pagarla carissima» ha scritto in un tweet la giornalista Myrta Melino, che ha una abitazione sull'isola.
I roghi dolosi vanno ad aggiungersi drammaticamente a una siccità impietosa, che non colpisce solo l'Italia. Dall'inizio dell'estate, i processi di combustione naturale in Italia sono triplicati, coinvolgendo molte regioni. Ogni giorno, in media, si sviluppano cinque nuovi incendi. Favoriti dal caldo, che sta mettendo in ginocchio non solo l'Italia, ma gran parte dell'emisfero boreale. In Cina, provincia di Sichuan, Toyota e Catl, giganti dell'industria mondiale dipendenti dall'energia idroelettrica, hanno chiuso le loro fabbriche fino al 20 agosto. In standby fabbriche che producono pesticidi, fertilizzanti; parzialmente sospese le attività di centri dove trattano urea e cemento. Complessivamente, 19 imprese distribuite in 21 città. Si procede in questo senso per garantire acqua alle coltivazioni. Blackout industriale, che riguarda anche famiglie e uffici, che, solo a rotazione, potranno usufruire dei serbatoi idrici.
Sacrifici ponderati anche in Europa, dove da settimane orti e giardini non possono essere annaffiati. Ancora ambito industriale, in Olanda, da settembre, il gruppo belga Nyrstar interromperà l'attività della storica fonderia di zinco a Budel, fra le più grandi d'Europa. Anche quella di alluminio Slovalco, in Slovacchia, chiuderà la produzione entro la fine dell'estate. Negli Usa la situazione è altrettanto compromessa. Il 30% del Texas in condizioni di siccità straordinarie; stato di emergenza idrica del fiume Colorado, Nevada e Arizona in tilt; situazione critica per il 77% dei territori statunitensi dell'ovest.
Rimedi? Gli Stati Uniti stanno razionando il consumo di acqua: 40 milioni di americani dovranno soggiacere a un taglio del 15-30%. L'alternativa è il blocco totale delle centrali idroelettriche, che manderebbe in crisi l'intero Paese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.