Dal cinema allo sport, pressing per il 100%. Forza Italia e Lega: "Ora le discoteche". Le Regioni frenano

Dopo il parere del Cts riparte il dibattito sulle riaperture. Battaglia per il via libera ai locali da ballo. I gestori: "Misura colma, pronti a proteste rumorose". Siae: "Col green pass sale piene". Fedriga: "Dai tecnici una decisione equilibrata"

Dal cinema allo sport, pressing per il 100%. Forza Italia e Lega: "Ora le discoteche". Le Regioni frenano

Il comitato tecnico scientifico fissa le regole per le riaperture: cinema e teatri all'80% della capienza, musei e arene al 100%, stadi al 75%. Non basta. Sale la spinta per far cadere tutti i limiti e arrivare al 100% della capienza. In settimana il presidente del Consiglio Mario Draghi riunirà la cabina di regia. Poi il Consiglio dei ministri varerà il decreto sulle riaperture: il provvedimento dovrà tenere conto delle indicazioni del Cts. Il governo valuta anche la riduzione della quarantena covid: «Nella scuola si può arrivare a una riduzione della quarantena per la positività al Covid da 7 a 5 giorni, o anche a meno», conferma il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.

Resta da sciogliere il nodo sulle discoteche, che per ora restano fuori dalla nuova ondata di riaperture. I ministri di Lega e Forza Italia spingono per lo sblocco. Il Cts non cede. È il punto di rottura da superare. Si mostra ottimista il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini: «Facciamo un altro passo verso la riconquista della normalità». Ma la tensione rischia di risalire. «Se le cose andranno nella direzione delle indiscrezioni che trapelano, ritengo che la misura sia davvero colma. Servono decisioni forti per ribadire la nostra contrarietà a un comportamento al limite del persecutorio nei confronti dei nostri imprenditori e dei lavoratori che vivono di questa attività. Saranno forme di protesta rumorose, di cui penso si parlerà», attacca Gianni Indino, presidente del Silb-Fibe, il sindacato dei locali da ballo di Confcommercio, che raccoglie le discoteche della regione, concentrate soprattutto nella riviera romagnola. Anche su teatri e cinema cresce il pressing per la cancellazione di tutti i divieti. «Le decisioni assunte dal Cts relativamente all'aumento delle capienze dei luoghi di spettacolo tra il 75% e l'80% sono insufficienti e non oggettivamente motivate», insorge la Siae, società italiana autori ed editori. «In Italia abbiamo il numero di vaccinati più alto d'Europa e le misure più restrittive».

Altro punto di scontro sono le manifestazioni sportive. Il Cts ritiene che «si possa procedere con graduali riaperture degli accessi di persone munite di green pass agli eventi sportivi con un aumento della capienza massima delle strutture all'aperto al 75% e per quelle al chiuso al 50% in zona bianca». Ma c'è la richiesta di arrivare al 100%. «Ora, con l'apporto responsabile di tutti, andiamo avanti e lavoriamo per arrivare quanto prima al 100%», assicura su Twitter Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport. Nel governo si cerca la mediazione. La Lega si spacca. Il leader Matteo Salvini boccia le decisioni del Cts: «Ma che ragionamento scientifico è il 75%? Perché non il 78,8 allora? Apriamo tutto. All'estero sono aperti a piena capienza. Noi stiamo lavorando sulle riaperture di teatri, discoteche e così via, anche se evidentemente in Italia, al governo, c'è qualcuno che odia i giovani. Tenere chiuse le discoteche non ha nessun senso sociale, economico, epidemiologico. Se posso andare allo stadio, è giusto che anche i ragazzi possano ballare in sicurezza, e usufruire del divertimento legale».

Si dissocia il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: «Una decisione equilibrata che recepisce la proposta della Conferenza delle Regioni e che ridà ossigeno al mondo dello spettacolo e della cultura». Sette giorni di tempo per trovare l'intesa.

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