Parte la caccia ai furbetti del Superbonus

Le Entrate scrivono ai beneficiari degli sgravi che non hanno aggiornato i dati catastali

Parte la caccia ai furbetti del Superbonus
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È partita la caccia ai furbetti del Superbonus 110%. Sono infatti già partite le prime lettere di compliance dell'Agenzia delle Entrate ai beneficiari della maxi agevolazione fiscale che non hanno aggiornato i valori catastali dopo la ristrutturazione edilizia, come prevede l'articolo 1, comma 86 e 87, della Legge 213 del 30 dicembre 2023. Secondo le prime indiscrezioni, la discrepanza tra le variazioni catastali e i crediti generati sarebbe notevole. Chi riceverà la lettera delle Entrate avrà però la possibilità di dimostrare se nel suo caso la variazione non è obbligatoria.

Al 15 novembre dell'anno scorso, termine ultimo per accedere ai benefici, le detrazioni maturate per i lavori conclusi con il Superbonus 110% erano arrivate a quota 123,2 miliardi di euro secondo i dati di Enea per quasi 500mila edifici (il numero esatto è 496.963). Il totale degli investimenti è stato di oltre 120,1 miliardi, quelli ammessi a detrazione sono stati 114,6 miliardi, quelli per lavori conclusi ammessi a detrazione 113,1 miliardi. Alcune norme contenute nella legge di Bilancio dello scorso anno consentono all'Erario di effettuare riscontri per individuare chi, dopo l'utilizzo della super agevolazione, non ha adeguato i valori presenti nelle mappe del Fisco. Si tratta di accertamenti bonari, destinati a chi grazie a bonus legati a interventi di recupero del patrimonio edilizio ha ottenuto l'aumento del numero di vani, ha aumentato la volumetria o (in assenza di modifiche planimetriche per interventi di efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici o colonnine di ricarica) ha visto aumentare il valore dell'immobile del 15%.

Era stato l'ormai ex direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, nella sua relazione di fine 2024, ad annunciare la volontà di intraprendere una campagna di aggiornamento della banca dati catastale. Lo stesso ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, presentando il Piano strutturale di Bilancio a ottobre dell'anno scorso, aveva indicato tra gli obiettivi del governo l'aggiornamento degli archivi. «Non c'è un aumento degli estimi - aveva detto - si tratta di andare a cercare le case fantasma», visto che la legge sulle case non dichiarate del 2011 non viene fatta rispettare da tutti i Comuni. D'altronde, l'attuale Catasto è tuttora regolato da una legge del 1939 e l'Europa chiede che i valori vadano rivisti al rialzo, ma il centrodestra ha già alzato le barricate.

Anche l'impatto del Superbonus sui conti pubblici della misura imposta dall'ex premier Giuseppe Conte è stato disastroso ancorchè non previsto (e ciò è ancora più grave): solo per quest'anno è stimato in 38 miliardi. Dopo la pandemia, il Superbonus ha fatto anche lievitare i costi delle costruzioni, secondo un recente paper di Bankitalia, senza per questo incidere significativamente sul Pil. Tutta colpa del mercato delle cessioni dei crediti fiscali, che finora hanno generato 162 miliardi per 18,1 milioni di operazioni.

Da quanto accertato da Guardia di Finanza e magistratura, sono quasi 9 i miliardi di crediti fittizi individuati dai controlli antifrode. Un'altra bella fetta di questi 162 miliardi sono finiti alle organizzazioni criminali, tramite complici e furbetti. E il governo conta di riprenderseli.

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