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Partner legata e drogata, Magopaolo accusato di stupro

L'uomo, ai domiciliari da oltre un anno si difende: "Pratiche sessuali estreme ma lei era consenziente, avevamo la parola di sicurezza"

Partner legata e drogata, Magopaolo accusato di stupro
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La parola di sicurezza concordata era «Harry Potter», un omaggio al mestiere di lui che certo non riempirà di gioia J. K. Rowling, ma era quella avevano stabilito i due. Almeno a detta di Paolo Abozzi, prestigiatore e mental coach, abbastanza noto al pubblico del piccolo schermo con il nome di Magopaolo.

Stavolta la magia non gli è riuscita perché si è ritrovato con una denuncia pesantissima e infamante. Abozzi è infatti è comparso davanti ai giudici della prima sezione penale di Roma con l'accusa di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti aggravati «dall'uso di sostanze lesive della salute». L'uomo, secondo l'accusa avrebbe legato e violentato una sua partner, somministrandole prima dei farmaci. Secondo Abozzi, invece, le pratiche sessuali estreme erano concordate e la donna era perfettamente consenziente, tanto che, appunto, avevano stabilito le parole (Harry Potter) con cui mettere eventualmente fine alla pratica qualora, per uno dei due, si fosse spinta troppo oltre. Cinquantotto anni lui, dieci di meno lei, i due hanno visioni opposte degli incontri, tanto che Magopaolo si trova agli arresti domiciliari da oltre un anno con tanto di braccialetto elettronico, ed è a processo per violenze fisiche e psicologiche. Secondo il gip, la donna, che ha un marito e quattro figli, sarebbe stata manipolata e drogata ai fini di renderla una schiava sessuale e, sempre il gip, parla di condotte così gravi e reiterate da poterle causare danni permanenti. Ma nella sua testimonianza Abozzi ricostruisce tutto in modo differente, dice di essere stato contattato dalla donna sui social già nella primavera 2022 e di aver ricevuto da lei molti messaggi espliciti e che la frequentazione, via via è diventata una relazione. E certe pratiche sessuali, dopo un po' sono entrate nel menage e sono risultate «naturali» per entrambi. Racconta che «a lei piaceva». «Ho riguardato il mio telefono» ha detto l'imputato «in quei 10 mesi le ho mandato 3000 messaggi, lei 11mila. L'ho chiamata 50 volte, lei 150». Secondo gli inquirenti, invece, la donna sarebbe stata irretita, soggiogata e drogata, per Magopaolo era lei ad avere atteggiamenti spesso «strani» e nulla di ciò che è intercorso tra loro è avvenuto per imposizione. Ma secondo le ricostruzioni i rapporti sessuali sarebbero stati «portati avanti con violenza e costrizione anche quando lei chiedeva di smettere».

È emerso persino che Magopaolo avrebbe provato a farsi cedere il 50% della libreria della donna, che era socia a metà con un'altra persona. Ma l'illusionista: «Mi invitava a fare degli spettacoli lì, sempre più spesso.

Le chiesi allora di regolarizzare la mia posizione. Decidemmo di farmi avere un contratto part time. La sua socia voleva disfarsi delle quote, io non volevo, andai a parlare con un commercialista ma una vera trattativa non ci fu».

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