È la lunga traversata nel deserto che vede la fine. Entro fine mese le Rsa potrebbero riaprire le porte ai famigliari. L'attesa è finita. Il prossimo decreto aperture potrebbe ridare via libera alle visite nelle Rsa da parte di parenti di ricoverati. Lo hanno annunciato i due sottosegretari alla sanità Pierpaolo Sileri e Andrea Costa. Un provvedimento che assomiglia più a una benedizione per migliaia di anziani ricoverati e i loro cari, costretti alla lontananza forzata, alla solitudine e all'isolamento. Molti di loro in questi mesi non ce l'hanno fatta e se non direttamente per Covid, sono morti per dispiacere, lasciandosi letteralmente andare, hanno smesso di aspettare e di mangiare; la debolezza e la fragilità poi, hanno fatto il resto. Un finale atroce e ingiusto. Nel corso della prima ondata il virus aveva falcidiato i pazienti delle case per le terza età, decretando il «lockdown» di queste ultime che si è ripetuto con la seconda ondata. Ma ora i benefici della campagna vaccinale consentono di riaprire la porte delle Rsa. Gli anziani ricoverati tornano a sperare. A vivere. «Per troppo tempo non hanno avuto nessuno da aspettare. È stato straziante, una demotivazione che ha pesato enormemente», spiega la dottoressa Adele Andriulo, specialista in geriatria e gerontologia, direttore sanitario della Casa di Cura Villa Esperia di Salice Terme, nel pavese e del vicino Sorbo Rosso, convertito a struttura Covid con la pandemia.
«Sono stati mesi terribili, noi poi in prima linea abbiamo lavorato come in stato di guerra. La verità è che nessuno di noi si aspettava una cosa del genere, le malattie infettive di questa portata, con questi numeri erano state di fatto debellate. Abbiamo dovuto gestire uno tsunami che ci ha travolto e per di più senza che nessuno, dagli scienziati ai virologi, sapesse darci indicazioni». E allora, davanti all'onda anomala che spazza via tutto si sono sbarrate le porte. «È stato devastante per la salute psicofisica degli anziani, ma è stato giusto così. Tornassi indietro richiuderei tutto. Non si poteva fare altrimenti. Dovevamo tutelare la vita e lo abbiamo fatto nell'unico modo che avevamo a disposizione: chiudere con l'esterno. Anche se è stato doloroso. Anche per i pazienti non più lucidi perché comunque la vicinanza e l'affetto lo avvertono. Per le persone lucide è stato forse ancora peggio». Ora forse è finita. Per Sileri è arrivato il momento di ripristinare le visite dei parenti perché «oggi nelle Rsa il 94,4% degli ospiti ha ricevuto la prima dose di vaccino e l'80% ha la seconda dose, compreso il personale», per cui «con ingressi contingentati, una lista a rotazione e tamponi all'ingresso, non vedo perché non dovrebbero riaprire le visite ai parenti. Ho sollecitato più volte e l'ho detto anche a Rezza». Dello stesso avviso il suo omologo Andrea Costa, che fissa anche un obiettivo: «Stiamo lavorando a un emendamento che verrà inserito nel decreto Aperture che consentirà il ritorno delle visite dei parenti ai propri cari nelle Rsa». Il provvedimento potrebbe entrare già in vigore entro la fine di maggio, soprattutto se la curva dei decessi calasse con decisione. Dal canto loro le Regioni proporranno al governo delle linee-guida: «Si prevede l'ingresso solo a visitatori o familiari in possesso di Certificazione Verde Covid-19».
«Ma attenzione, mette in guardia la dottoressa Andriulo, le regole e le precauzioni dovranno essere attuate in modo ligio, altrimenti in men che non si dica le morti all'interno delle Rsa torneranno a salire». Nonostante i vaccini insomma. «Certo perché il sistema immunitario reagisce in modo diverso e nel caso delle persone anziane e così fragili non si può pensare che siano al riparo dai rischi. Bisogna continuare a proteggerli. E non sarà più come prima. La normalità dovrà attendere. Le visite per esempio non saranno libere ma dovranno avvenire su appuntamento, e si svolgeranno in spazi ad hoc, le mascherine e le protezioni dovranno restare proprio perché abbiamo comunque a che fare con soggetti da tutelare».
Perché gli anziani possano riabbracciare i loro figli e nipoti occorrerà però un provvedimento del governo. Le porte delle Rsa si erano chiuse il 13 ottobre scorso, per alcuni fortunati c'erano state le stanze degli abbracci nelle strutture Covid free. Oggi un abbraccio potrebbe diventare realtà per tutti.
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