"È giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l'asse politico del governo su molte questioni". La vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna galvanizza il Partito democratico anche a livello nazionale al punto che il vicesegretario dem, Andrea Orlando, è pronto a batter cassa con i 5Stelle.
"Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l'attività di governo", spiega a Circo Massimo su Radio capital l'ex ministro della giustizia. Ed è proprio sui temi giudiziari - prescrizione in primis - che Orlando vuol far leva: "Dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c'è stata finora", incalza, "Crediamo che la rivisitazione debba essere fatta nella maggioranza senza coinvolgere altre forze, ma che quella norma debba essere modificata. È un fatto assodato e mi sembra che la trattativa vada in quella direzione. Ora questa spinta può contribuire a dare un esito positivo".
Ma non solo: per il braccio destro di Zingaretti è arrivato il momento di metter mano anche alle "eredità" del primo governo Conte e modificare reddito di cittadinanza e quota 100: "Non credo che vadano cancellati, ma migliorati sicuramente sì. E questo è un cantiere che va aperto", sottolinea.
"Il governo è più forte e Salvini è più debole", assicura ora Orlando. Che imputa però la vittoria al contributo delle sardine, senza il quale Bonaccini non avrebbe vinto: "Il fatto che un movimento di quel tipo si sia messo in campo e abbia galvanizzato un pezzo di elettorato è stato molto importante", dice, "Senza la mobilitazione della società il Pd non avrebbe vinto".
Orlando gongola anche per i dati del Partito democratico che è tornato il primo partito "dopo due tornate in cui in Emilia Romagna era molto distante dall'esserlo". Ma avverte: "Ora bisogna andare a un momento rifondativo" perché "c'è bisogno di aprire il partito e di rimettere in discussione gli organismi dirigenti". Anche perché il voto ha dimostrato - a suo dire - che non esiste una "subalternità" al M5S: "Se la subalternità fa sì che il Pd va oltre un terzo dei voti e il M5S passa al 4%, c'è da augurarsi una subalternità consolidata nel tempo", dice, "Non mi sembra che dagli elettori sia stata avvertita questa subalternità, altrimenti i risultati sarebbero stati rovesciati".
All'esponente dem replica, via Twitter, il pentastellato Michele Gubitosa: "Mi dispiace sentire le parole di Orlando sulla necessità di rivedere l'asse politico del governo.
Il Pd e noi stessi abbiamo sempre detto che il voto alle regionali non avrebbe pregiudicato l'attività di governo", spiega, "Spero non si vogliano strumentalizzare le elezioni locali per fare passi indietro su temi decisivi quali la prescrizione o la revoca delle concessioni autostradali. Per il M5s al centro di qualsiasi accordo resteranno sempre i temi per i cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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