Pd contro Pd: ecco chi va alla Leopolda e chi con la Cgil

Metà partito a Firenze con il governo, l'altra metà in piazza a Roma contro l'esecutivo: i democratici sono più divisi che mai

Pd contro Pd: ecco chi va alla Leopolda e chi con la Cgil

Pd di lotta e di governo: potrebbe essere questo il titolo di una giornata che registra la spaccatura di una sinistra scesa in piazza per due manifestazioni diverse, l'un contro l'altra armata.

A Firenze va in scena la quinta edizione della Leopolda, che raccoglie fedelissimi e simpatizzanti del premier Renzi, oltre al mondo dell'imprenditoria tradizionalmente vicino all'ex sindaco del capoluogo toscano; a Roma la Cgil di Susanna Camusso riunisce le frange rosse dei sindacati e della sinistra del partito, uniti nella protesta contro il Jobs act.

Come da copione, nelle due piazze è andata in scena la divisione delle due anime del partito, intorno a cui si polarizzano i due volti della sinistra interna ed esterna al Pd. Con Renzi si schiera buona parte della squadra governativa, dal ministro per le Riforme Boschi a quello della Pubblica Amministrazione Madia, dal ministro della Difesa Pinotti al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Particolarmente nutrita la pattuglia "romana", capitanata dal sindaco Ignazio Marino: verso la Leopolda si dirigeranno laici come Ivan Scalfarotto e cattolici come Paolo Gentiloni, ma anche "pontieri" tra le varie anime del partito come David Sassoli e Roberto Giachetti.

Nutrita la pattuglia dei vip giunti a sostegno del premier: l'ex ad di Luxottica Andrea Guerra, il renzianissimo finanziere David Serra, l'ad di Prada Patrizio Bertelli e l'immancabile Oscar Farinetti. Largamente prevista anche la presenza di Fabio Volo, con cui Renzi ha scherzato: "Ci siamo laicamente baciati".

Con la Camusso si sono invece schierati i duri e puri della sinistra del partito, guidati da Gianni Cuperlo e Stefano Fassina. In un mare di palloncini e bandiere rosse, presenti anche l'ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani, il leader di Sel Nichi Vendola e l'eterno dissidente Pippo Civati. Tra i più applauditi Sergio Cofferati e Maurizio Landini. Con la Cgil si è schierata anche Rosy Bindi, protagonista di uno scontro in diretta televisiva con la sua collega di partito Debora Serracchiani.

Insomma, il Pd è spaccato e la frattura non potrebbe essere più evidente: metà a Firenze metà a Roma, in uno scontro fratricida fatto di provocazioni ed accuse reciproche. Ma di tutta la giornata, la scelta più originale è stata forse quella del presidente del partito Matteo Orfini: mentre in Italia si compie la divisione tra le due anime dei dem, lui se ne va in Cina ad incontrare i dirigenti comunisti. Rientra oggi: chissà dove sceglierà di atterrare.

In serata Matteo Renzi parla al Tg3, e getta acqua sul fuoco: "Sono due anime diverse ma

538em;">rispettabili, un grande partito ha parti e opinioni diverse. Io quando ero in minoranza non sono scappato. Un Pd democratico ascolta e rispetta gli altri e io rispetto chi era in piazza a manifestare con la Cgil".

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