Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta minaccia l'Aventino, ossia l'uscita dall'Aula dei gruppi parlamentari Dem, nel caso in cui il centrodestra decidesse di contarsi sul nome di Silvio Berlusconi per il Colle ma, al netto della compattezza ventilata dal Nazareno e limitrofi, una frangia Dem appare tutto fuorché concorde con l'impostazione del vertice.
É il caso di un senatore del Pd che preferisce l'anonimato ma che non si fa scrupoli a dichiarare quanto segue sulla tattica che il capo del Pd vorrebbe adottare: "Le partite che si giocano sono importanti - premette al Giornale.it - . Dinanzi a questa proposta dell'Aventino, nel Pd c'è un grandissimo malumore. Il non partecipare viene percepito anzitutto come una sfiducia nei confronti dei gruppi parlamentari. Ma poi è una mancanza di galateo costituzionale". Enrico Letta, quindi, da una parte non avrebbe troppa fiducia nei suoi, temendo quindi qualche franco tiratore, mentre dall'altra avrebbe sconfinato rispetto alla prassi ed alla tradizione che le istituzioni democratiche italiane prevedono in circostanze come queste.
"Mi dicono - aggiunge il senatore - che anche il ministro Andrea Orlando è contrario all'Aventino. Non riesco a farle un numero preciso di coloro che non vedono di buon occhio quanto ipotizzato da Letta. Mi verrebbe da dirle che i parlamentari contrari all'uscita dall'Aula sono molti ma, sa, io parlo soprattutto con i più stretti".
Insomma, anche il ministro del Lavoro avrebbe sollevato all'interno dello schieramento politico di cui fa parte più di qualche perplessità. Rispetto al bon ton istituzionale, poi, il senatore Dem solleva un'altra questione: "Loro provano a dire che farebbero l'Aventino per evitare fuoriuscite dalla linea di coalizione nel MoVimento 5 Stelle ma non è vero. Comunque la cosa non è decisa: se Letta dovesse davvero imboccare quella strada, la scelta creerebbe molti problemi".
La polemica interna sfiora allora il campo delle dichiarazioni rilasciate in pubblico dal segretario Dem sul futuro dell'esecutivo. Le stesse dichiarazioni che sono connotate da una certa dose di doppiopesismo istituzionale: "Avete letto ieri: Letta ha detto che Berlusconi è scorrettissimo quando dice che, nel caso in cui venisse eletto Mario Draghi al Quirinale, allora cadrebbe il governo.
Ma perchè? Letta cosa di dice di diverso quando afferma che nel caso in cui venisse eletto Berlusconi, allora il Pd uscirebbe dall'esecutivo? Si tratta della stessa strategia".Pure nel Pd hanno ormai contezza dell'esistenza di veti che non hanno ragione d'esistere.
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