E se il guanto di sfida lanciato da Emmanuel Macron, ferito nell'orgoglio, portasse alla riconciliazione in casa Le Pen o quanto meno a una collaborazione di comodo? È l'ora delle grandi manovre in Francia. Manovre rapide, anzi super-rapide per il rinnovo dell'Assemblea nazionale, in vista delle elezioni anticipate del 30 giugno e del 7 luglio, fissate dal capo dello Stato dopo l'esito delle Europee, in cui il Rassemblement National di Marine Le Pen ha raggiunto un risultato storico, doppiando con il 31% (7,7 milioni di voti) il partito del presidente Renaissance e guadagnando due milioni e mezzo di consensi (+8%), primo partito nel 93% dei comuni. Nei piani di Macron, la prova di forza elettorale punta a sottolineare il senso di urgenza, di minaccia alla Repubblica, per rimettere nell'angolo l'estrema destra da sempre penalizzata dal maggioritario a doppio turno di legislative e presidenziali, in cui prevale il «cordone sanitario» contro gli estremismi. Ma gli effetti del voto anticipato sono multipli e uno di questi potrebbe essere l'unione tra zia Marine e la nipote Marion Maréchal, dopo la frattura che ha visto la più giovane Le Pen lasciare due anni fa la casa in cui era cresciuta per migrare sotto il tetto di Eric Zemmour e il suo partito Reconquête, entrato nel gruppo Ecr in Ue. La capolista Marion è riuscita a strappare il 5,5% e un seggio e l'incontro ieri con Marine Le Pen e Jordan Bardella nella sede parigina di Rn è la conferma che più di qualcosa si sta muovendo. Bardella ha già detto che «serve la più ampia coalizione possibile per le legislative» e Zemmour si è espresso per la «più grande unione delle destre». Ma tra i due partiti restano ruggini. La direzione di Reconquête non sarebbe stata informata dell'appuntamento, anche perché - a differenza di Marion, che ha sempre distinto fra «avversari» e «concorrenti» e non ha voluto attaccare frontalmente il Rn - Zemmour ha mostrato di non essere troppo d'accordo con la strategia. «Nulla è deciso», ha fatto sapere Bardella dopo l'incontro con Marion, sottolineando l'approccio «costruttivo» di lei, «a differenza di Zemmour» e precisando che il Rn sta discutendo anche con i vertici dei Républicains, il centrodestra, a cui «tende la mano».
Manovre identiche anche all'estrema sinistra, con la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon (al 10%) che chiama a raccolta Comunisti e Verdi per sbarrare a tutti i costi la strada al Rassemblement National. I Socialisti, dall'alto del loro buon risultato (14%), sottolineano che «i rapporti di forza si sono evoluti».
Chi teme il voto anticipato sono i sindaci, spaventati dalle difficoltà organizzative. A Parigi, la socialista Anne Hidalgo è «estremamente preoccupata» per le elezioni alla vigilia delle Olimpiadi, ma promette: «Nulla rovinerà i Giochi».
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