Perché serve l'esercito europeo

Siamo nel 1795. Nel saggio Per la pace perpetua, Kant pone una serie di condizioni che potrebbero mantenerla, appunto per sempre

Perché serve l'esercito europeo

Siamo nel 1795. Nel saggio Per la pace perpetua, Kant pone una serie di condizioni che potrebbero mantenerla, appunto per sempre. Pochi anni dopo le guerre napoleoniche saranno una delle più grande mattanze di tutti i tempi. E sì che l'autore non era l'ultimo degli sciocchi. 1928, Francia e Stati Uniti firmano un trattato che, letteralmente, «bandisce la guerra» e a cui aderiscono vari paesi. Poco più di un decennio dopo, la carneficina della Seconda guerra mondiale. E si potrebbe continuare. Quando si afferma che la guerra è uscita dall'orizzonte umano, si viene sempre smentiti da lì a poco. Eppure i costruttori della Ue, forse perché memori del secondo conflitto mondiale, vollero credere che dopo la guerra fredda sarebbero finiti i grandi scontri globali, trasfondendo l'Europa nel regno della pace. Furono smentiti da lì a poco dalla dissoluzione jugoslava; interpretata però a torto come un residuo del passato, sia pur sanguinoso, a dimostrazione, come diceva Mitterrand, che il nazionalismo porta la guerra. Nazionalismo che invece sarebbe finito per sempre grazie alla democrazia e al mercato. Quante illusioni, eppure si trattava di figure non certo imputabili di ingenuità, Mitterrand, Kohl, Delors, Andreotti. Convinta dalla propria ideologia che la storia fosse finita, o almeno quella della guerra, la Ue non si impegnò mai per una difesa comune, mentre i singoli stati tagliarono i contributi alla Nato e alle spese militari interne. Eppure, che il mondo fosse un luogo molto pericoloso potevano rendersene conto, all'inizio del millennio. Robert Kagan ci aveva avvisati: voi europei venite da Venere, non amate combattere, ma non potete pensare di essere protetti da chi viene da Marte, gli americani, e che le guerre siano svanite. Eppure queste due credenze hanno continuano a popolare le menti dei dirigenti della Ue, fino allo slogan auto assolutorio e, con il senno di poi, jettatorio, che la Ue avrebbe assicurato settant'anni di pace. E cosi eccoci ora impreparati di fronte al tiranno Putin in corso di massacrare un popolo e con evidenti mire espansionistiche verso la Ue. Ed ecco la sorpresa di quest'ultima, come abbacinata dalla violenza. Un'Unione che è stata fin qui soprattutto economica non poteva che reagire limitandosi alle sanzioni. Che sono importanti, certo, ma poi senza il potere della forza, dell'hard power, quello reale o quello minacciato, non si va da nessuna parte.

Ora è vitale aumentare subito le spese militari e costruire una difesa europea. Da terra di Venere, luogo del mercato, dei consumi, della cultura, l'Europa deve pensarsi d'ora in poi come una fortezza, come la terra di Marte. Sperando non sia troppo tardi.

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