Pessimismo e paura alimentano i gialloverdi

Pessimismo e paura alimentano i gialloverdi

Ci sono movimenti che nascono dopo un impetuoso sviluppo economico e sono espressione delle nuove forze sociali emerse in quel periodo. I movimenti studenteschi americani degli anni 60 furono espressione dell'accesso all'università di milioni di studenti. Lo stesso avvenne pochi anni dopo in Europa e in Italia. Il movimento sindacale del 1969 che porto alla triplice alleanza e allo statuto dei lavoratori fu l'effetto della enorme crescita della classe operaia italiana dopo il «miracolo economico». Questi movimenti sono violenti e ottimisti, sognano un futuro radioso e di solito tendono ad incanalarsi in solide istituzioni. Cosi i movimenti del '68 dopo una fase ribellista e caotica hanno rafforzato il partito comunista.

I movimenti che invece nascono dal rallentamento dello sviluppo, da crisi economiche e che portano a un impoverimento della popolazione di solito sono rancorosi, giustizialisti, vedono un futuro negativo e vogliono la distribuzione della ricchezza. Dopo la perdita del potere di acquisto dovuto al cambio dell'euro e alla crisi di mondializzazione sono sorti dovunque movimenti populisti fra cui in Italia il Movimento 5 stelle. Ogni movimento produce una reazione che da noi è stata rappresentata dalla Lega di Salvini. Poi, fatto rarissimo nella storia, movimento e reazione si sono alleati per andare al governo cercando ciascuno di soddisfare i propri elettori. Ne è derivata una politica di forte spesa pubblica che però non ha eliminato il clima di rassegnazione e di pessimismo. Tutti accettano le decisioni dei politici anche se non sono convinti che siano giuste ma per timore che le cose possano andare peggio. Mai nella sua storia il popolo italiano si è dimostrato così docile, cosi rassegnato di fronte al continuo aumento delle tasse, al continuo aumento della oppressione burocratica, all'indurirsi delle condizioni di lavoro.

L'Italia oggi è una scatola chiusa in cui i cittadini sono sempre più controllati, arriverei a dire oppressi. Poiché manca la fiducia molti emigrano in cerca di retribuzioni più elevate, altri sono così spaventati da restare inerti, immobili e, infine, altri ancora aspettano un demiurgo che salvi davvero il Paese.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica