Le dimissioni di massa non bastano, Petrocelli non molla la poltrona

Dimissioni di massa per protesta contro la permanenza di Vito Petrocelli alla presidenza della commissione Esteri del Senato. Lui non molla: "Farò ricorso alla Corte costituzionale"

Le dimissioni di massa non bastano, Petrocelli non molla la poltrona

Arriva la mossa che potrebbe sbloccare l'impasse politica relativa al caso Vito Petrocelli, che non intende lasciare la presidenza della commissione Esteri del Senato: dimissioni di massa dopo i contrasti per le accuse di posizioni filo-putiniane. Nonostante le ripetute sollecitazioni arrivate nelle scorse settimane, il senatore eletto tra le fila del Movimento 5 Stelle non ha mai voluto fare un passo indietro e il pantano politico non è stato ancora risolto. Nel frattempo è stata sconvocata la plenaria della commissione Esteri di Palazzo Madama prevista per le ore 12.

Dimissioni di massa

L'ipotesi delle dimissioni di massa aveva preso un forte peso nelle ultime ore, vista come extrema ratio qualora non si fosse arrivati a un accordo per sbrogliare il nodo. A firmare la lettera di dimissioni dal loro ruolo sono stati i componenti della Lega (Matteo Salvini, Tony Chike Iwobi, Stefano Lucidi e Manuel Vescovi) e Adolfo Urso di Fratelli d'Italia. I senatori del Partito democratico della commissione Esteri hanno rassegnato le loro dimissioni nelle mani della capogruppo Simona Malpezzi.

Pronte le dimissioni anche degli esponenti del Movimento 5 Stelle (Paola Taverna, Simona Nocerino, Gianluca Ferrara e Alberto Airola). Inizialmente Airola si era detto "molto combattuto", ma dopo un colloquio con Giuseppe Conte si è allineato. Passo indietro anche per Laura Garavini, vicepresidente della commissione Esteri del Senato. Dimissioni arrivate pure da parte di Marinella Pacifico (Coraggio Italia) e di Pierferdinando Casini.

Ieri sera i gruppi hanno iniziato a organizzare il processo delle dimissioni, con tanto di lettere dei componenti arrivate ai capigruppo che questa mattina dovrebbero presentarle a Maria Elisabetta Alberti Casellati: la presidente del Senato dovrebbe convocare la giunta del Regolamento per un parere sulle dimissioni e, una volta incassato un parere favorevole, si dovrebbe procedere con lo scioglimento e la successiva ricomposizione della commissione Esteri.

Petrocelli non molla

In tutto ciò Vito Petrocelli non intende mollare la poltrona: non ha alcuna volontà di rassegnare le dimissioni da presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama. "Intendo in ogni caso fare ricorso alla Corte costituzionale. In merito sentirò il legale di mia fiducia. Non sono nato ieri e faccio politica da quando avevo 16 anni, sono abituato a tutto", ha annunciato.

Questa mattina non ha potuto far altro che aprire e chiudere la seduta, visto che i membri della maggioranza non si sono presentati perché dimissionari.

Petrocelli teme che questo possa essere un "pericoloso precedente", che invece si potrebbe considerare del tutto legittimo "per eliminare un pericoloso filo-russo e putiniano". Inoltre ha sottolineato di non essere indagato, motivo per cui la reputa "una questione politica". "L'ultimo anno qua dentro è stato triste", ha concluso.

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