Il piano della Lega per stoppare la "tassa Renzi" sui frontalieri

Un accordo tra Svizzera e governo Renzi prevede un aumento delle tasse per almeno 80mila persone (quasi tutte lombarde). Ma la Lega: "Per noi quell'intesa è defunta"

Il piano della Lega per stoppare la "tassa Renzi" sui frontalieri

I frontalieri italiani - quelli che tutti i giorni si spostano in Svizzera per lavorare - rischiano la stangata. Un accordo siglato con il governo Renzi, infatti, prevede che per almeno 80mila cittadini (quasi tutti lombardi e piemontesi) le tasse pagate alla confederazione elvetica debbano aumentare considerevolmente. Soprattutto perché il 70% del dovuto sarebbe versato nelle casse svizzere (con aliquote sensibilmente più alte) e solo il restante 30% con le normative italiane.

Un nodo che - racconta oggi La Stampa - si trascina da tempo ed è congelata da ormai quattro anni. Per fermare l'aumento delle tasse per i frontalieri, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, è andato fino a Lugano per incontrare il suo omologo Ignazio Cassis. Da sempre, del resto, la Lega è contraria all'accordo con la Svizzera voluto da Renzi. Accordo "defunto", secondo il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, braccio destro di Matteo Salvini.

Il Carroccio avrebbe già pronto il proverbiale asso nella manica. O meglio, una "moneta di scambio": l'ormai famigerato Terzo Valico considerato strategico dalla Svizzera e finora difeso dalla componente leghista del governo (mentre i grillini lo osteggiano da sempre). Da tempo, tra l'altro, la Lega - che soprattutto in Lombardia vede un grande bacino di voti - cura i rapporti con i territori confinanti.

Al punto che, ricorda sempre La Stampa, dimenticare che anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha siglato una road map col Canton Tigino su temi condivisi come Protezione civile, trasporti locali, posteggi e car pooling. Ma anche - appunto - per il trattamento fiscale dei frontalieri.

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