Piantedosi: "Soggetto pericoloso. Così è stato rimpatriato Almasri"

Il ministro dell'Interno: "Ho adottato il provvedimento per motivi di sicurezza dello Stato". Ma le opposizioni insistono con l'attacco

Piantedosi: "Soggetto pericoloso. Così è stato rimpatriato Almasri"
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Era «pericoloso»: per questo il libico Najeem Osema Almasri, contro cui la Corte penale internazionale dell'Aja ha spiccato un mandato di cattura, è stato riportato a casa in tutta fretta, con un aereo militare italiano.

A spiegarlo è stato ieri il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che in Senato ha risposto alle interrogazioni a risposta immediata presentate dai rappresentanti delle opposizioni su un caso che ormai da due giorni anima lo scontro con il governo. «A seguito della mancata convalida dell'arresto ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato, che gli è stato notificato al momento della scarcerazione», dice il ministro in aula, parlando di «urgenti ragioni di sicurezza vista la pericolosità del soggetto, a piede libero». Per il resto Piantedosi non entra nel merito della vicenda e delle modalità di rimpatrio, rimandando ad una ricostruzione più completa la settimana prossima, in un'apposita informativa parlamentare.

Naturalmente le opposizioni non abbassano i toni della polemica, si dichiarano del tutto insoddisfatte («Esterrefatti», per il capo dei senatori Avs Peppe De Cristofaro) per le risposte del ministro, e reclamano che sia la premier Giorgia Meloni a chiarire in Parlamento cosa è accaduto. «È evidente il tentativo di derubricare a problema tecnico-procedurale quanto avvenuto», dice il capogruppo Pd Francesco Boccia. «Non siamo di fronte a un cavillo giuridico, ma a scelte fatte dal governo con il coinvolgimento di altri pezzi dello Stato. Si tratta di una decisione tutta politica». Per Enrico Borghi di Iv «Piantedosi dice che il libico è pericoloso, contraddicendo peraltro Tajani. Ma se è pericoloso, lo si arresta, non gli si offre il ritorno a casa. Così l'Italia diventa il parco giochi dei criminali internazionali». I rossoverdi di Avs organizzano un flash mob davanti a Palazzo Chigi, esibendo cartelli accusatori: «Il boia torna in Libia con l'aereo di Stato».

Nei corridoi di Palazzo Madama ieri sinistra e 5S parlavano di «ricatto» e «pressioni» della Libia per far scarcerare Almasri, facendo circolare per dimostrarlo un grafico con i dati del Viminale sugli sbarchi di migranti registrati nei giorni scorsi: si passa da zero tra il 15 e il 18 gennaio, che diventano 283 il 19 (giorno dell'arresto) per impennarsi a 494 il 20 e scendere a 38 il giorno dopo la scarcerazione.

Nessuna «subordinazione» agli accordi sui migranti con la Libia, assicura il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L'europarlamentare meloniano Nicola Procaccini spiega: «É stata una decisione della magistratura che il governo non poteva sconfessare, se non creando un incidente diplomatico, perchè si tratta di un personaggio che ricopre un ruolo ufficiale in Libia».

In Senato, Piantedosi parla anche delle manifestazioni violente degli scorsi giorni, animate da soggetti con «identikit ben precisi di area antagonista e anarchica» che hanno «strumentalizzato una tragedia come la vicenda della morte di Ramy per porre in essere azioni violente e di attacco alle forze dell'ordine». Nel 2024, sottolinea, ci sono state «oltre 12mila manifestazioni, il 10% in più rispetto all'anno precedente».

E ci sono stati anche «273 feriti tra gli operatori di polizia, in crescita del 127% rispetto all'anno precedente». Anche per questo, spiega, è «urgente» che si arrivi all'approvazione del decreto sicurezza all'esame del Parlamento.

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