Non ha ancora la fiducia del Parlamento ma quella dei mercati è assicurata. Ieri Piazza Affari è stata la migliore d'Europa segnando un rialzo del 2,09% con l'indice Ftse Mib che ha chiuso a 22.527 punti. A mettere il turbo agli acquisti è stata la repentina discesa dello spread tra Btp e Bund, calato di 10 punti base a quota 103. Fondamentalmente analisti e operatori ritengono che la presenza di un premier così autorevole potrebbe non solo instradare positivamente la diatriba sul Recovery Plan ma accelerare le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno. Insomma, SuperMario potrebbe azzerare lo «sconto Italia», cioè la penalizzazione implicita che il mercato applica a tutti i titoli italiani in virtù del contesto macroeconomico.
Una circostanza ben spiegata da Filippo Diodovich di Ig Italia. «La reputazione di un governo con a capo Mario Draghi diminuirebbe il rischio paese Italia con uno spread in forte calo nelle prossime settimane sui livelli della Spagna (50-60 punti)», sottolinea aggiungendo che «in tale scenario il settore bancario italiano riceverà molteplici benefici non solamente dalla discesa dello spread ma anche per un maggiore impegno ad agevolare la cessione di crediti deteriorati e maggiori incentivi per un consolidamento delle banche». Un vero e proprio spot per il sistema Italia, evidenzia Antonio Amendola di AcomeA. Per impiegare in modo produttivo i fondi europei «un esecutivo a guida Draghi è il migliore possibile», rimarca precisando che «una volta in carica, ci aspettiamo importanti flussi sul nostro Paese sullo spread ma soprattutto sulle azioni».
Ovviamente è contemplata l'ipotesi peggiore.
In caso di impossibilità di formare un governo, conclude Diodovich, «la risposta sui mercati potrebbe essere molto negativa con uno spread in forte crescita ben al di sopra di 130 punti base nelle prossime settimane e in caso di ritorno alle urne al di sopra dei 150 punti base».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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