Il Pil va in rosso, ma meno delle attese

Trimestre a -0,2%, Confcommercio preoccupata: "Difficile la svolta"

Il Pil va in rosso, ma meno delle attese

Dopo essere uscita dal tunnel della pandemia l'economia italiana rallenta ancora, certifica l'Istat: il Pil scende dello 0,2% nei primi tre mesi dell'anno e le prospettive non sono quelle di una ripresa nel breve termine. La guerra in Ucraina e lo scenario di incertezza prolungato impattano sulla crescita dopo quattro trimestri consecutivi col segno più nel 2021, l'anno che aveva segnato l'uscita dal Covid. Il Pil nel primo trimestre resta sotto i livelli pre-pandemia dello 0,4%. E l'Italia fa anche peggio di Germania, Spagna e Francia, con le prime due che si attestano tra il più 0,2% e il più 0,3%, e Parigi su una crescita zero. Del resto le previsioni del governo erano anche peggiori: nel Def di aprile si stimava un Pil in discesa del 0,5%. Ciò significa che l'economia ha reagito meglio del previsto, con una crescita che si mantiene al 5,8% nel confronto su base annuale. Sul tavolo del governo però si fa sempre più urgente il tema di un nuovo scostamento di bilancio per affrontare emergenza economica e crisi energetica: «Lo ritengo abbastanza probabile - dice il ministro del Lavoro, Andrea Orlando - Non voglio parlare al posto del ministro Daniele Franco (in foto) ma lo ritengo un'eventualità che cresce con il crescere della situazione drammatica che deriva dalla guerra». Anche perché «come i cerchi di un sasso lanciato nello stagno», spiegano dall'Istat, il caro-energia si sta diffondendo ad altri comparti, come gli alimentari lavorati che hanno registrato un'accelerazione dal 3,9% di marzo al 5,4% di aprile.

Secondo il ministro della Pa, Renato Brunetta, comunque «l'economia ha retto, nonostante un Pil pari a -0,2%. Pesa, su questo dato, il mese di gennaio, che ha richiesto misure per il contenimento della diffusione del virus, così come hanno impattato negativamente sulla produzione e sui consumi, in particolare di servizi, lo scoppio della guerra in Ucraina e il forte aumento dell'inflazione, soprattutto da beni energetici. Ma le imprese si sono mostrate resilienti» e i dati lasciano intravedere che anche i prossimi trimestri potrebbero essere «migliori delle attese. Insomma, l'Italia non naviga certo nelle acque della recessione». Più preoccupata invece Confcommercio, secondo cui sono «diversi gli elementi di criticità che rendono difficile immaginare, nel brevissimo periodo, quella svolta necessaria per raggiungere gli obiettivi di crescita superiori al 3%.

Alle incertezze del conflitto in Ucraina si associano gli effetti sui consumi del permanere di un'inflazione elevata. Il modesto rallentamento dell'inflazione ad aprile, largamente atteso e legato a interventi di natura temporanea, non rassicura».

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