«Due sono le cose che fanno cassa in provincia di Frosinone: la sanità e la monnezza». Parla in forma anonima a Quarta Repubblica una fonte da anni molto vicina al Partito democratico locale e rivela nuovi dettagli su quella che è stata ribattezzata la «Suburra» del Pd, il caso Ruberti che ora tanto imbarazza i dem e che è finito sul tavolo della Procura. Il programma di Nicola Porro si accende sulla lite, immortalata in un video, tra l'ex capo di gabinetto del Campidoglio Albino Ruberti e Vladimiro De Angelis, broker assicurativo e fratello dell'ex europarlamentare dem Francesco, nonché attuale presidente del Consorzio industriale unico del Lazio, una poltrona pesantissima in regione. Secondo il programma di Rete4 sarebbe questo il vero centro degli interessi e delle tensioni scoppiate quella sera, quando Vladimiro avrebbe fatto infuriare Ruberti dicendogli: «Me te compro».
I protagonisti si sono sempre giustificati e hanno respinto ogni insinuazione rispetto a ipotetici retroscena di malaffare dietro quelle parole. Hanno parlato di uno scontro innescato da motivi calcistici ed esasperato da tensioni politiche. La Procura, che non ha ancora nessun indagato, ribadisce il «rigoroso riserbo», prendendo dunque le distanze da alcune ricostruzioni degli ultimi giorni, ha acquisito il video e sentito testimoni, ma ha anche acceso un faro sulle polizze assicurative stipulate dalla Asl di Frosinone, alcune prorogate senza gara. Quarta Repubblica si concentra anche su un'ulteriore gara dell'importo di 8 milioni di euro, per una polizza sulla colpa grave dei medici. Nel contratto mostrato dal programma comparirebbe, come intermediario, una società riconducibile a Vladimiro De Angelis. La trasmissione poi ricostruisce i legami e le questioni aperte tra consorzio industriale, rifiuti e sanità: «Loro a quella cena hanno alzato la posta su qualcosa. Francesco De Angelis - spiega la fonte citata dal programma - è presidente del Consorzio industriale unico del Lazio, quindi gestisce milioni di euro. La lite di quella sera ha radici legate a quello che sta succedendo alla Aea, che è la società che la Regione Lazio ha istituito per sgravarsi dalla gestione di tutti i depuratori» del territorio. Sono i depuratori che trattano i fanghi tossici delle 266 aziende del consorzio guidato De Angelis. La Aea controllata dal consorzio è coinvolta in diverse inchieste giudiziarie con ipotesi di reato che vanno dall'inquinamento ambientale al traffico di rifiuti.
A indagare ci sono la Direzione distrettuale antimafia di Roma e la Procura di Cassino. La prima ha ottenuto il rinvio a giudizio di 15 imputati. De Angelis è del tutto estraneo alle inchieste. Uno dei depuratori però è stato sequestrato dall'autorità giudiziaria e «se non verranno fatti i lavori di adeguamento le 266 fabbriche rischiano la chiusura con conseguenze per vertici del Consorzio guidato da De Angelis. Servono decine di milioni di euro e a darli deve essere la Regione», sottolinea Quarta Repubblica. Ecco la posta in gioco, oltre a migliaia di posti di lavoro e alla messa in discussione dell'ente stesso.
Ci si concentra poi anche sull'assunzione all'Asl di Frosinone della moglie di Vladimiro De Angelis, come psicologa.
«Lei viene assunta a tempo determinato ad aprile 2021 - denuncia Rosa Roccatani, dell'Ugl sanità di Frosinone - e passa a tempo indeterminato a dicembre 2021, dopo solo 8 mesi quando la legge ne richiede 36». Il programma di Porro annuncia nuove rivelazioni.
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