Il Pnrr lumaca minaccia il Pil. Pesano rincari e burocrazia

No Pnrr, no crescita. Lo slogan di un vecchio spot pubblicitario riassume bene i timori espressi ieri dall'Ance

Il Pnrr lumaca minaccia il Pil. Pesano rincari e burocrazia

No Pnrr, no crescita. Lo slogan di un vecchio spot pubblicitario riassume bene i timori espressi ieri dall'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili, e dall'Ufficio parlamentare di bilancio circa le difficoltà a mettere a terra gli investimenti europei. Per l'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili, il Pnrr è in ritardo di sei mesi a causa del caro materiali. L'associazione di categoria denuncia che «dei 10 miliardi stanziati con il Dl aiuti ad oggi circa il 70% delle imprese non ha ancora ricevuto nessuna risorsa e quelle che l'hanno ricevuta hanno potuto coprire solo il 15% dei maggiori costi sostenuti». A provocare ritardi, però, c'è anche la «scarsa capacità amministrativa degli enti pubblici». Per le opere del ministero delle Infrastrutture, il 60% delle amministrazioni locali è impegnato nella redazione del progetto definitivo o esecutivo, con una percentuale che scende al 36% se si guarda al Sud. Occorre un'accelerata, poiché nel 2023 è prevista l'aggiudicazione di appalti per oltre 20 miliardi di investimenti in costruzioni.

Una lentezza che può costare punti di Pil, che già nel 2023 è previsto dalla Nadef a un magro +0,6%. L'allarme è dell'Upb, che nelle sue prospettive di Finanza pubblica ha specificato che le previsioni di crescita per il 2023 poggiano su «un rilevante contributo espansivo» da parte della politica di bilancio attraverso il «pieno rispetto della tempistica» del Pnrr. Per riuscirci, però, serve un «rafforzamento della capacità amministrativa e una più decisa semplificazione» degli iter autorizzativi, un tema su cui si dovrà misurare il governo e il ministero dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (nella foto).

L'Ance sostiene che circa un terzo della crescita del Pil (+3,2% quest'anno) sono attribuibili all'edilizia.

Negli ultimi due anni: gli investimenti in costruzioni sono stati del +20% nel 2021 e +12% nel 2022. Dal 2023, invece, è prevista una frenata del 5,7%, con lo scadere degli incentivi per le unifamiliari nonostante il +25% del settore delle opere pubbliche con l'avvio dei cantieri del Pnrr.

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