Le violenze compiute nei confronti della sinagoga di Bologna hanno suscitato una ferma reazione da parte dell'Ucei, che si è anche soffermata sulla linea portata avanti dal sindaco Matteo Lepore (nella foto). L'esponente dem era già stato attaccato in passato per aver esposto fuori dal Comune felsineo la bandiera della Palestina. «Per tutelare l'ordine pubblico nella propria città e lo Stato di diritto non bastano espressioni di vicinanza del giorno dopo come quelle del sindaco di Bologna, Matteo Lepore», ha fatto sapere l'Ucei. «Serve una totale e sincera coerenza, che invochiamo da mesi e che invece risultata mancante e sorda alle istanze delle comunità ebraiche, dinanzi al crescente dilagare di odio antiebraico». A dirlo sono stati il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz. E ancora: «Questo precedente preoccupa molto anche in vista del 27 gennaio, Giorno della memoria, per quanto essa verrà calpestata e sostituita con esplicitazioni di odio, violenza e distorsione». La comunità ebraica, dopo questi accadimenti, ha invitato il sindaco a rimuovere la bandiera palestinese dal palazzo comunale. Lo ha fatto Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma.
«La scelta di esporre la bandiera palestinese - ha replicato Daniele Ara, assessore all'educazione, alla pace e alla non violenza del Comune di Bologna - non ha nulla a che fare con l'odio, ma con una doverosa presa di posizione in favore del rispetto dei diritti umani, senza i quali non potrà mai esserci pace». Poi l'assessore ha continuato: «Trovo sbagliato l'accostamento di questa scelta con i fatti di ieri a Bologna, un accostamento che mi pare sinceramente strumentale».
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