Un attacco alla democrazia polacca. A denunciarlo è il capo dell'opposizione Donald Tusk, che rilancia i report sul presunto spionaggio di oppositori da parte del governo di Varsavia tramite lo spyware Pegasus. «È la più grande crisi per la democrazia» in Polonia dalla fine del comunismo, ha affermato senza mezzi termini l'ex presidente del Consiglio Ue che ora dirige il partito Piattaforma civica. La scorsa settimana Citizen Lab, un'organizzazione di monitoraggio sulla cyber-sicurezza basata in Canada, ha affermato che Pegasus sarebbe stato utilizzato per prendere di mira figure di spicco dell'opposizione, con i media locali che ora parlano di un «Watergate polacco». «Questo non ha precedenti nella nostra storia», ha denunciato Tusk, aggiungendo: «È la più grande e profonda crisi per la nostra democrazia dal 1989».
Il leader di Piattaforma civica ha chiesto un'indagine parlamentare sulle accuse secondo cui Pegasus sia stato usato contro Krzysztof Brejza, un membro del suo partito che ha coordinato la campagna elettorale del 2019.
Citizen Lab ha riferito che lo spyware - creato dall'azienda israeliana Nso e già al centro di una bufera quest'anno per le accuse rivolte a vari governi di averlo usato per intercettare attivisti, giornalisti, avvocati e politici - sarebbe stato utilizzato anche contro Roman Giertych, un avvocato coinvolto in casi contro il partito populista Pis al potere, e Ewa Wrzosek, magistrato e figura dell'opposizione.Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha affermato di non essere a conoscenza di alcuna intercettazione ma ha aggiunto che, se il fatto fosse confermato, potrebbe rivelarsi opera di servizi segreti stranieri.
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