Coronavirus, agente della scorta di Salvini positivo. Scatta lo sciacallaggio del M5s

Nell'ultimo periodo il poliziotto non è stato a stretto contatto con il leader leghista. Che assicura: "Pronto a fare il tampone se necessario". Ma i 5 Stelle lo attaccano

Coronavirus, agente della scorta di Salvini positivo. Scatta lo sciacallaggio del M5s

Un poliziotto della scorta, che protegge costantemente Matteo Salvini, è risultato positivo al test sul coronavirus. Secondo quanto appreso dall'agenzia Adnkronos, si tratterebbe di un agente del dispositivo di sicurezza che, nell'ultimo periodo, non è stato a stretto contatto con il leader del Carroccio né in automobile né, più in generale, accanto a lui. Per gli altri colleghi della scorta è immediatamente scattata la quarantena di quattordici giorni.

Salvini, per cui non è stato disposta alcuna quarantena precauzionale, è stato subito informato del caso di positività al test. E, come riferisce l'Adnkronos, si è detto tranquillo e pronto a sottoporsi al tampone se necessario e se gli verrà richiesto. Per il momento, come riferito dal suo stesso staff ai microfoni dell'agenzia Agi, "non è stato sottoposto perché non è entrato in contatto con l'agente" contagiato. "Ovviamente - ha spiegato lui stesso su Facebook - farò tutto quello che le autorità sanitarie mi chiederanno di fare, come ogni altro cittadino".

La notizia ha subitro scatenato lo sciacallaggio del Movimento 5 Stelle che si è subito fiondato all'attacco del leader del Carroccio. Il primo ad aprire le danze è stato il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, che, invitando "tutti coloro, compreso Salvini, che hanno avuto documentati contatti con persone positive al test a seguire pedissequamente le disposizioni messe a punto dal governo e a non fare di testa propria", ha colto l'occasione per fare la predica e spiegare che "il virus non guarda il tuo nome, non guarda la tua posizione sociale o il tuo status da parlamentare". "Tutti devono seguire le disposizioni del governo. - ha concluso il grillino - la salute dei cittadini viene prima del consenso elettorale". Sulla stessa linea anche il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni. Che, sempre ai microfoni dell'Adnkronos, ha detto: "Non si gioca sulla pelle degli italiani, sono certo finalmente ora anche Salvini lo avrà capito, perché il virus, è un nemico che non fa distinzione di razza o appartenenza politica". Ancora più duro è stato, invece, il deputato Giorgio Trizzino che è arrivato addirittura a tirare in ballo il dibattito sull'immigrazione: "Il virus non chiede permesso di soggiorno. Davanti a lui - ha poi continuato - siamo tutti uguali ed è questo che ci mette paura ma in fondo rende giustizia all'umanità".

Gli attacchi dei Cinque Stelle non hanno scalfito Salvini che in queste ore è in costante contatto telefonico con sindaci e medici che sono in prima linea a combattere contro il coronavirus in tutta Italia.

"Chi riesce a fare polemica anche su una possibile malattia, in alcuni casi arrivando ad augurarmi la morte, non merita risposta, al massimo un sorriso", si è limitato a commentare su Facebook.

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