Da Poste a Nexi, per il M5s essere al governo è un affare

La Casaleggio Associati ha avuto contributi da grandi aziende e banche. Gli intrecci su Flixbus e Deliveroo

Da Poste a Nexi, per il M5s essere al governo è un affare

Non si può dire che fanno affari perché sono al governo, ma si può dire che da quando sono al governo hanno migliorato i loro affari. Un contratto da 600 mila euro in tre anni più premi di risultato da 400 mila euro lo ha firmato Davide Casaleggio per la sua Casaleggio Associati. Un altro da 240 mila euro lo ha raggiunto Beppe Grillo titolare del sito beppegrillo.it. Il M5s ha perso voti, ma loro hanno acquisito fascino almeno per le aziende. Entrambi i contratti sono stati infatti stipulati con la Moby di Vincenzo Onorato armatore che alla Casaleggio Associati si è rivolto per un piano strategico di comunicazione per «sensibilizzare le istituzioni» mentre a Grillo per avere «banner e contenuti redazionali». La vera sorpresa è che a segnalare come sospette le operazioni sia «per importi e per le descrizioni generiche delle prestazioni ricevute» è stata la Unità antiriciclaggio di Bankitalia. A Casaleggio e Grillo è arrivata attraverso la Fondazione Open di Matteo Renzi anche lei beneficiata dai contributi di Onorato che ieri si è difeso così: «Mi sono rivolto alla Casaleggio perché per quel tipo di lavoro è leader in Italia». Sia chiaro, Onorato ha tutto il diritto di pensarlo e di investire (e non è il solo).

Lo scandalo sull'opportunità è invece tutto del M5s che nei suoi confronti ha cambiato registro: dopo asprezze è passata all'aiuto. Il 6 giugno del 2018, il M5s è tra le forze politiche che si fa carico di riformare la legge sul lavoro marittimo che Onorato chiedeva al punto da riconoscergli che «se vanno avanti con quanto promesso va bene». Numerose in questi anni sono state così le aziende che hanno guardato con interesse alla società di Casaleggio. Ma non significa forse farsi guardare di riflesso dal M5s? A finanziare l'annuale ricerca della Casaleggio Associati sull'e-commerce, come si è già scritto, hanno contribuito Poste Italiane (30mila euro di donazione nel 2018), la Consulcesi (altri 30mila euro), multinazionali del credito come Nexi (7.500 euro). Meno raccontate sono invece le partnership che Casaleggio ha siglato con Microsoft, Mail Boxes Etc, la società di comunicazione con sede a Lugano Octoplus, Webperfomance (agenzia attiva nel business online), FonARcom (Fondo interprofessionale di formazione per i lavoratori) e poi Gls, fino a Banca Sella che è leader in Italia per quanto riguarda i pagamenti digitali. Era stato lo stesso Casaleggio ad ammettere: «Non possiamo impedire i cattivi pensieri di chi ritiene che la Casaleggio Associati possa avvantaggiarsi dalla politica nella sua attività privata. Noi teniamo separati i ruoli». Ma è credibile? Tra gli sponsor della Casaleggio Associati compare tra le ultime anche Flixbus, società di trasporti a basso costo che proprio dal M5s è stata in passato difesa. Quando nel 2017, il Pd aveva varato un emendamento chiamato anti Flixbus, uno dei parlamentari più accesi fu Diego De Lorenzis del M5s che gridò verso il Pd: «Vergogna. Propongo di cancellare questa vergogna». A sostenere economicamente gli studi di Casaleggio si è aggiunta anche Deliveroo, società di food a domicilio, che era entrata nelle mire di Luigi Di Maio quando era ministro dello Sviluppo Economico.

Puntata da Di Maio, che voleva rivedere le tutele e i salari dei fattorini, venne avvertita: «Sulla pelle dei nostri giovani non si lucra più». Improvvisamente il M5s non ne ha più parlato. Oggi è nel panel degli sponsor della Casaleggio Associati.

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